Un gruppo di attivisti No Tav, incappucciati, ha buttato giù la recinzione posta dalle forze dell’ordine a sbarramento del sentiero che dall’abitato di Giaglione conduce al cantiere della Torino-Lione di Chiomonte. C’è stato un lancio di sassi e le forze dell’ordine hanno risposto col lancio di alcuni lacrimogeni.

Un lungo applauso è partito quando i manifestanti hanno iniziato a varcare la recinzione. Forzando la cancellata, i No Tav hanno così violato la zona rossa intorno al cantiere di Chiomonte, una fascia di rispetto tra boschi, prati, sentieri e strade carrozzabili in cui è vietato mettere piede. “Abbiamo ripristinato la legalità, questa è una via francofona, l’antica via delle Gallie – dice un esponente del movimento- che è stata chiusa illegalmente”. La cancellata è però soltanto il primo sbarramento lungo i sentieri che conducono al cantiere. 300 dimostranti si sono poi fermati all’altezza del ponte sul torrente Clarea, dove la strada è sbarrata da una grata metallica e da un dispositivo di agenti di polizia in assetto antisommossa.

Altri hanno imboccato un sentiero laterale con l’obiettivo di portarsi il più vicino possibile alle recinzioni del cantiere. In oltre un centinaio hanno raggiunto una zona a ridosso delle recinzioni del cantiere, sotto il viadotto dell’autostrada Torino-Bardonecchia. I dimostranti si sono raccolti in presidio. Dal fronte presidiato dalla polizia sono stati lanciati lacrimogeni per evitare tentativi di danneggiare le reti.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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