Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in diretta a Radio anch’io su Rai Radio Uno, in merito alla crisi ha dichiarato: “Noi soffriamo più degli altri? Non siamo più l’epicentro della crisi, come nel 2011 e nel 2012, i dati di ieri sono stati peggiori per alcune banche francesi e tedesche. Detto questo io non ne sono contento perché ormai il sistema prevede che tutte le banche europee stiano insieme. Comunque, l’Italia non è più l’epicentro della crisi”.

“Noi in Italia non siamo gli sfasciacarrozze, l’Italia non è più il malato d’Europa. Non c’è più il problema dell’Italia in Ue, ma c’è una tensione generale per cui tutti dobbiamo lavorare” a “ridurre il debito”, ha affermato ancora Renzi.

“Juncker non è d’accordo? Le politiche di flessibilità sono un dato di fatto oggettivo della Commissione europea, è stata questa commissione a rilanciare sulla flessibilità” ha commentato quindi il premier. “L’austerità non è solo risparmio, ma è pensare che si possa fare a meno della crescita e degli investimenti e che l’unico modello è rigore e budget. Bisogna far ripartire la crescita”, ha concluso.

Sulla questione banche, Renzi ha asserito: “In passato l’Europa ha pensato un po’ troppo alle banche e un po’ poco alle famiglie”. “L’Europa in questi anni ha sbagliato politica economica. Guardiamo cosa hanno fatto gli Stati Uniti. Il mio obiettivo non è avere più flessibilità per l’Italia: oggi serve qualcosa di più delle regole di Bruxelles e tutti dobbiamo farcene carico”.

E sullo scottante tema delle unioni civili, il premier ha detto che il voto segreto “lo decide il Parlamento e non la Cei; lo dico con stima per il cardinal Bagnasco”. Il commento riguarda il voto sul Ddl Cirinnà, e ha aggiunto che a lui “piacerebbe molto l’idea di un parlamentare che risponda del voto che dà e lo spiega. Dopodiché il regolamento del Parlamento prevede il voto segreto e se ci saranno le condizioni, Grasso, e non la Cei, deciderà”.

“Io sono molto contrario alla maternità surrogata e all’utero in affitto, si deve fare di più per mettere al bando non solo in Italia ma anche in altri paesi il principio dell’utero in affitto” ha aggiunto. Però sui diritti basta rinvii. “Che paura fanno due persone che si amano, perché lo Stato deve impedire loro di avere dei diritti? Trovo il Paese e il Parlamento schierati a favore. Sull’utero in affitto vedo la stragrande maggioranza contraria e lo giudico positivo”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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