Il guardasigilli Carlo Nordio

Queste le ipotesi del governo Meloni e del ministro della Giustizia Carlo Nordio in merito alla riforma sulla giustizia.

Carriere separate per i magistrati, due Csm e l’ipotesi di un’Alta Corte, ovvero un organismo neutrale che giudicherà ‘requirenti‘ e ‘giudicanti‘. La nuova riforma costituzionale della Giustizia prende corpo e ha già alcuni punti fermi che vogliono essere messi in atto.

La prima sintesi sul provvedimento costituzionale, che sarà presentato prima delle elezioni Europee di inizio giugno, è emersa durante la riunione che si è svolta a Palazzo Chigi alla presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e che avrebbe espresso parere favorevole.

Alla riunione hanno partecipato il sottosegretario Alfredo Mantovano, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il vice ministro Paolo Sisto, i sottosegretari Ostellari e Delmastro, i presidenti della Commissioni Giustizia di Camera e Senato Ciro Maschio e Giulia Bongiorno e i responsabili Giustizia dei partiti del centrodestra.

La proposta dell’Alta Corte per giudicare sulla magistratura, secondo quanto si apprende, verrebbe ripresa dalla cosiddetta ‘Bozza Boato‘ messa a punto dall’allora deputato Marco Boato durante la Bicamerale per le riforme di Massimo D’Alema. Secondo la bozza, “la Corte di giustizia della magistratura” si sarebbe dovuta occupare dei “provvedimenti disciplinari nei riguardi dei giudici ordinari e amministrativi e dei magistrati del Pubblico ministero”.

La Corte – si leggeva ancora nella bozza – è altresì organo di tutela giurisdizionale in unico grado contro i provvedimenti amministrativi assunti dai Consigli superiori della magistratura ordinaria e amministrativa”. La “Corte è formata da 9 membri, eletti tra i propri componenti dai Consigli superiori della magistratura ordinaria e amministrativa”.

Leggermente diversa era la proposta che avanzò l’allora Guardasigilli Angelino Alfano, sempre a proposito della Corte di Giustizia della magistratura: la sua riforma prevedeva che i magistrati non venissero giudicati dalla sezione disciplinare del Csm, come accade oggi, ma dall’Alta Corte di Giustizia. Questa però doveva essere divisa in due: una sezione per i giudici e un’altra per i pm, ognuna con metà membri togati e metà membri laici, non rieleggibili e con un mandato di 4 anni.

Secondo le indiscrezioni, durante l’incontro  a Palazzo Chigi sarebbe anche emersa la volontà del Guardasigilli Carlo Nordio di presentare il ddl costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati prima delle elezioni Europee.

C’è infatti, secondo quanto si apprende, l’accordo di presentare la riforma per la separazione delle carriere dei magistrati e l’istituzione di due Csm, ma sarebbe ancora in corso un dibattito sul metodo di elezione dei togati, per stabilire se sarà a sorteggio ‘secco’ o ‘mediato’. In questo caso, per la componente togata, i magistrati candidabili al Csm che saranno sorteggiati sarebbero poi sottoposti a successiva selezione.

E rimane ancora aperto il dibattito sulla presidenza dei due Csm: anche se è prevalente l’ipotesi che resti il presidente della Repubblica a presiederli, non si può ancora escludere l’eventualità che la scelta ricada sul primo presidente della Corte di Cassazione e sul procuratore generale presso la Corte, entrambi rispettivamente per i due distinti Consigli.

Si esclude invece l’ipotesi della nomina di metà dei componenti del Csm da parte del Governo, come paventato nella Risoluzione dell’Associazione europea dei giudici sui rischi per l’indipendenza della magistratura in Italia. “Non siamo scesi assolutamente così nel dettaglio – commenta uno dei partecipanti alla riunione di oggi a Palazzo Chigi – posso solo assicurare che non ci sarà alcuna nomina da parte del Governo”.

L’abuso d’ufficio – Inoltre nel corso della riunione sarebbe stato stabilito di accelerare al massimo sul provvedimento per l’eliminazione dell’abuso d’ufficio.

L’azione penale – Non si esclude che nei prossimi giorni un’ulteriore riflessione possa essere dedicata all’esercizio dell’azione penale e alla sua discrezionalità. Il proposito potrebbe essere quello di riformare l’articolo 112 della Costituzione, in cui è attualmente prevista l’obbligatorietà dell’azione penale, introducendone invece la discrezionalità, la quale in questo senso attuerebbe pienamente il sistema accusatorio. E le priorità di questo esercizio potrebbero ad esempio essere stabilite per legge.

Una bocciatura sui provvedimenti annunciati arriva dall’Associazione europea dei giudici, la quale ritiene che le ipotesi di riforma costituiscano “un grave attacco all’indipendenza della magistratura”, poiché andranno a minare “l’attuale equilibrio di poteri esistente in Italia”, in contrasto “con gli standard europei”.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto ImagoEconomica 

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini

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