L’anno scorso era stato pubblicato uno studio (ampiamente criticato), che legava l’insorgenza di molti tumori a delle mutazioni del tutto casuali. Ora, è possibile che la sfortuna abbia un qualche ruolo nella formazione di masse tumorali, ma i fattori davvero determinanti sono altri.

La confutazione del precedente studio è arrivata attraverso le ricerche di un team di studiosi olandesi che si sarebbero focalizzati sulle mutazioni del DNA nelle cellule staminali adulte di fegato, intestino e colon, grazie alla partecipazione di una serie di volontari di età compresa fra i 3 e gli 87 anni. Tale studio ha dimostrato che, indipendentemente dall’organo o dall’età della persona, il numero di nuove mutazioni che si accumulano è stabile, con una media di 40 l’anno.

Questo, come spiegato da uno degli autori, Ruben Van Boxtle, nel testo pubblicato su Nature dall’università di Utrecht, contrasta con la teoria della “sfortuna”. “Siamo stati sorpresi di trovare praticamente lo stesso tasso di mutazioni in organi con incidenza di tumori molto diversa tra loro. Questo suggerisce che la semplice accumulazione di errori ‘sfortunati’ nel Dna non può spiegare la differenza di incidenza, almeno per alcuni tumori”.

“Dal punto di vista qualitativo – aggiunge l’autore – qualche differenza nel tipo di mutazioni è stata trovata. Questo può voler dire che la ‘sfortuna’ gioca qualche ruolo, ma non sappiamo ancora quale”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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