A quota 1.825 metri, primo grande arrivo in salita del Tour de France 2020, splende uno dei favoriti al successo finale, Primoz Roglic, che conquista la quarta tappa (Sisteron-Orcières Merlette di 160,5 chilometri) al termine di una sontuosa volata lunga dove mette in riga gli altri pretendenti.

Lo sloveno – terza vittoria in carriera nella corsa francese – precede il connazionale Tadej Pogacar, il transalpino Guillaume Martin e il colombiano Nairo Quintana.

Ma il leader Alaphilippe è lì, quinto, reattivo e sempre in maglia gialla con 4” di vantaggio su Adam Yates e 7” proprio su Roglic. Italiani in ombra: il migliore è Damiano Caruso, 23°. Cinque gpm – ascese non impossibili ma sicuramente impegnative – caratterizzano la quarta frazione della Grand Boucle.

La consueta fuga di giornata parte dopo poche pedalate. Sono sei i corridori che salutano subito la compagnia: Pacher, Vuillermoz, Burgaudeau, Politt, Neilands e Benoot, con quest’ultimo che a 26km dal traguardo sbaglia traiettoria in curva (e in discesa) e va a sbattere contro un guard rail, finendo poi nel prato.

Incidente spettacolare (bicicletta distrutta con tanto di sellino saltato) ma fortunatamente senza danni per il belga del Sunweb, che seppur attardato riesce a ripartire. Lo stoico plotoncino però si sgretola: cedono Politt e Burgaudeau, si staccano anche Vuillermoz e Pacher, l’ultimo a mollare è il lettone Neilands che resiste fino ai -7km, dove inizia la tosta salita finale (pendenza media 6,7%).

Da lì parte la vera tappa, con il gruppo che piano piano va assottigliandosi e con Roglic che mette il turbo negli ultimi 300 metri, spazzando via ogni dubbio sulla sua condizione.

Domani è in programma la Gap-Privas (183 chilometri), frazione dal doppio volto con alcune asperità abbordabili e un epilogo pianeggiante, terreno adatto ai velocisti: probabile un altro sprint.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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