I paramilitari sudanesi affermano di aver preso il controllo del palazzo presidenziale e dell’aeroporto Jabal Awliya di Khartoum, capitale del Sudan. L’esercito sudanese ha negato che i paramilitari abbiano preso il controllo dell’aeroporto ma afferma che le Rsf vi si siano infiltrate dando “fuoco ad aerei civili, compreso uno della Saudi airlines“.

Immagini di caccia che sorvolano la città e di auto incendiate confermano quanto riferito da testimoni sul luogo: violenti scontri ed esplosioni sono in corso da stamane nel Sud della città vicino al quartier generale delle forze paramilitari di supporto rapido (Rsf) guidate dal generale Mohamed Hamdane Daglo, contro l’esercito regolare guidato dal generale Nabil Abdallah. Di mezzo ci vanno i civili, 3 sarebbero rimasti uccisi.

Da settimane la rivalità tra i due generali tiene banco negli scontri rilevando l’incapacità di intraprendere la difficile strada della transizione verso un governo civile dopo il golpe militare dell’ottobre del 2021, seguito alla destituzione avvenuta nel 2019, del presidente Omar al-Bashir al potere da trent’anni nel Paese considerato fondamentale per il fragile equilibrio del Corno d’Africa.

A confermare la morte dei civili il sindacato dei medici, in una dichiarazione sui social media: “due persone sono state uccise all’aeroporto di Khartoum” e una terza a El Obeid, nello stato del nord Kordofan, a sud della capitale. Almeno altre nove persone sono rimaste ferite negli scontri, compreso un ufficiale dell’esercito nella città gemellata di Khartoum, Omdurman.

Giornalisti sul posto riferiscono di sparatorie vicino all’aeroporto e nella periferia settentrionale. “Vengono usate armi pesanti, circolano carri armati, si sentono forti esplosioni“. “Combattenti delle Forze di supporto rapido hanno attaccato diversi campi dell’esercito a Khartoum e altrove in Sudan“, ha accusato il portavoce dell’esercito regolare, ma “l’esercito sta svolgendo il suo dovere di salvaguardare il Paese”, ha detto.

Non solo la capitale, gli scontri tra i paramilitari delle Rsf, le Forze di supporto rapido (Rsf), e le forze regolari, si sarebbero estesi anche ad altre zone del Paese. Secondo quanto riferito da al-Jazeera, si combatte anche a Marawi e nel sud-ovest del Sudan, mentre nel Nord Darfur ci sono scontri per il controllo dell’aeroporto.

La situazione è “fragile“, afferma il segretario di Stato americano, Antony Blinken che in queste ore si trova per la sua prima visita ufficiale in Vietnam. E anche Mosca con una nota del Cremlino esprime “seria preoccupazione” per gli eventi in corso in Sudan.

L’Unità di crisi della Farnesina ha invitato gli italiani presenti a Khartum, in Sudan, a non lasciare le proprie abitazioni mentre nella capitale sono in corso pesanti combattimenti. “Sono in corso, nella giornata di sabato 15 aprile, scontri a fuoco a Khartum. L’aeroporto è stato al momento chiuso e molte strade risultano bloccate”, si legge nell’aggiornamento sul sito Viaggiare sicuri, “ai connazionali al momento presenti, si raccomanda di non lasciare la propria abitazione ed esercitare massima prudenza”.

Seguo con attenzione quanto sta succedendo a #Khartoum”, scrive su Twitter il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. “La nostra Ambasciata, pienamente operativa, ha avvisato i connazionali di restare in casa. L’Unità di Crisi monitora gli sviluppi. Appello al dialogo e a cessare le violenze“.

A cura di Televideo – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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