PROTESTA IN PIAZZA DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI DATI STATISTICI DELL’AGENZIA NAZIONALE PER LA SICUREZZA DELLE FERROVIE PRESIDIO DELL’ASSOCIAZIONE ”IL MONDO CHE VORREI” CHE RIUNISCE I FAMILIARI DELLE VITTIME DELLA STRAGE DI VIAREGGIO DEL 2009

Sono stati dichiarati prescritti gli omicidi colposi per la strage di Viareggio a seguito dell’esclusione dell’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza nel lavoro: lo ha deciso la corte di Cassazione rinviando alla corte d’Appello di Firenze la riapertura dell’appello bis, anche per l’ex Ad di Fs e Rfi, Mauro Moretti. Da rivalutare la responsabilità per il solo reato di disastro ferroviario colposo. La disperazione dei famigliari al verdetto

Scene di disperazione fra i parenti delle vittime della strage di Viareggio, davanti al palazzo dalla Corte di cassazione a Roma.

Molti di loro sono scoppiati in lacrime quando hanno ricevuto la notizia del verdetto che dichiara prescritti gli omicidi colposi per il disastro ferroviario nel quale persero la vita 32 persone nel giugno del 2009, a seguito dell’esclusione dell’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza nel lavoro.

La notte della tragedia
Alle 23,48 del 29 giugno 2009 un treno merci partito da Trecate, in Piemonte, e diretto a Gricignano, in Campania, deraglia poco dopo aver superato la stazione ferroviaria di Viareggio. Una delle cisterne che trasportano Gpl si rovescia su un fianco e da un grosso foro fuoriesce gas. Pochi minuti più tardi, una violentissima esplosione: la zona della città più colpita è quella di via Ponchielli, quasi completamente rasa al suolo. Pesante il bilancio delle vittime, 32 in tutto, molte delle quali decedute nei giorni successivi a causa delle ustioni riportate.

Le indagini
La procura di Lucca apre un’inchiesta per verificare le cause del deragliamento e accertare eventuali responsabilità. Quattro anni dopo, nel luglio 2013, il gup di Lucca, Alessandro Dal Torrione, rinvia a giudizio 33 imputati, persone fisiche e giuridiche. Tra questi, Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Fs e Rfi, Michele Mario Elia, ex amministratore delegato di Rfi, e Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia.

Il processo di primo grado a Lucca
Il processo si apre nel novembre 2013 nel polo fieristico di Lucca trasformato per l’occasione in aula di tribunale. I capi di imputazione più gravi sono quelli di disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo, incendio colposo e violazione delle normative sulla sicurezza. Dopo tre anni di udienze, nel settembre 2016 dai pm giungono le richieste di condanna: 16 anni di reclusione per Mauro Moretti, 15 anni per Elia. Per quanto riguarda le società coinvolte, i pm chiedono ingenti risarcimenti a carico di Ferrovie dello Stato, Trenitalia, Fs logistica, Gatx Rail Austria (società titolare del carro che deragliò e prese fuoco) e delle officine Jugenthal di Hannover (dove fu fatta la manutenzione dell’asse del vagone).

Il 31 gennaio 2017 la sentenza di primo grado: oltre venti su 33 gli imputati che vengono condannati.
Sette anni a Moretti, 7 anni e mezzo a Elia e a Soprano. Condanne anche per i dirigenti delle societa’ austriache e tedesche coinvolte nel procedimento. L’appello a Firenze Quasi due anni dopo, il 13 novembre 2018, inizia il processo d’appello a Firenze, sul quale incombe lo ‘spettro’ della prescrizione: l’11 febbraio 2019 l’accusa conclude la sua requisitoria, chiedendo una condanna a 15 anni e 6 mesi per Moretti – il quale annuncia di rinunciare alla prescrizione -, a 14 anni e mezzo per Elia e a 7 anni e mezzo per Soprano. Chiesta anche la condanna delle società straniere, seppur con una revisione delle pene legata ad alcuni reati prescritti. Il 20 giugno, la Corte d’appello di Firenze emette la sua sentenza: confermata la condanna a 7 anni inflitta in primo grado a Moretti, 6 anni a Elia e Soprano, condanne per gli imputati stranieri, assoluzione per alcuni dirigenti Rfi.

La parola alla cassazione
Il 2 dicembre 2020, in piena emergenza Covid, il processo sulla strage di Viareggio arriva al vaglio della Cassazione: udienze a porte chiuse, proprio per assicurare il rispetto delle misure attuate per far fronte alla pandemia, familiari in collegamento da Viareggio con i propri avvocati per avere notizie in tempo reale su quanto avviene al ‘Palazzaccio’. Il sostituto pg Pasquale Fimiani, al termine della sua requisitoria, chiede un nuovo processo per Moretti e altri 3 imputati (Francesco Favo, ex responsabile certificazioni sicurezza Rfi, condannato in appello a 4 anni; gli ex dirigenti Rfi Giovanni Costa e Giorgio De Marco, assolti in appello) sollecitando l’annullamento con rinvio della sentenza di secondo grado per queste sole 4 posizioni. Per quanto riguarda gli altri ricorsi, invece, il pg ne chiede il rigetto, e, dunque, la conferma delle condanne.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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