Roma 26 Gennaio 2024 – Al Quirinale si è celebrato il Giorno della Memoria. Presenti il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni. Il titolo della celebrazione: “I Giusti tra le Nazioni”. Nel salone dei Corazzieri c’erano anche, tra gli altri, il presidente del Senato Ignazio La Russa, quello della Camera Lorenzo Fontana, i ministri Antonio Tajani, Guido Crosetto, Matteo Piantedosi, Gennaro Sangiuliano e Andrea Abodi. In prima fila anche i vertici della comunità ebraica, tra cui il presidente Victor Fadlun, Antonella Di Castro e Mario Venezia alla guida del museo ebraico di Roma. Accanto a loro Sami Modiano, superstite dell’Olocausto.
Il capo dello Stato Italiano Sergio Mattarella ha citato Primo Levi: “La storia della deportazione e dei campi di concentramento non può essere separata dalla storia delle tirannidi fasciste in Europa: ne rappresenta il fondamento condotto all’estremo, oltre ogni limite della legge morale che è incisa nella coscienza umana“. “Con queste parole”, ha spiegato Mattarella, “Levi scolpiva il giudizio sulle radici e sulle responsabilità prime del più grave sterminio, organizzato e programmato ai danni di donne e uomini definiti di razze inferiori, il più grave compiuto nella storia dell’umanità“. La Shoah, ha detto ancora il presidente, è stato “il più abominevole dei crimini, per gravità e per dimensione – il genocidio di milioni di persone innocenti – commesso a metà dello scorso secolo nel cuore della civile Europa, dove già da molto tempo gli ideali di libertà, di rispetto dei diritti dell’uomo, di tolleranza, di fratellanza, di democrazia si erano diffusi, venivano proclamati e largamente praticati“.
“Il senso di incredulità registrato di fronte a quanto accaduto in quegli anni sventurati, accanto al pudore dei sopravvissuti, rinchiusisi, in un primo momento, nel silenzio, traeva la sua origine anche da una concezione ottimistica della Storia e della natura dell’uomo – ha sottolineato Mattarella –. L’uomo del Novecento – immerso nel tempo della ragione, della fiducia incondizionata nel progresso della scienza, della cultura, della tecnica – mai avrebbe pensato di trovarsi di fronte a un tornante così tragico; mai avrebbe concepito la possibilità di una simile regressione: mentre si confidava – come veniva conclamato – in un’alba radiosa per l’umanità, si trovò improvvisamente precipitato nelle tenebre più fitte“. “Le ideologie di superiorità razziale, la religione della morte e della guerra, il nazionalismo predatorio, la supremazia dello Stato, del partito, sul diritto inviolabile di ogni persona, il culto della personalità e del capo, sono stati virus micidiali, prodotti dall’uomo, che si sono diffusi rapidamente, contagiando gran parte d’Europa, scatenando istinti barbari e precipitando il mondo intero dentro una guerra funesta e rovinosa“.
In un altro passaggio, Mattarella ha detto: “Auschwitz spalancava – e spalanca tuttora – i suoi cancelli su un abisso oltre ogni immaginazione. Un orrore assoluto, senza precedenti – cui null’altro può essere parificato – ideato e realizzato in nome di ideologie fondate sul mito della razza, dell’odio, del fanatismo, della prevaricazione. Un orrore che sembrava inconcepibile tanto era lontano dai sentimenti che normalmente si attribuiscono al genere umano“. “Eppure Auschwitz e tutto il meccanismo di sterminio – che ha inghiottito milioni di ebrei, e anche appartenenti al popolo Romanì, omosessuali, dissidenti, disabili, testimoni di Geova – sono stati concepiti e realizzati da menti umane. Menti che, per quanto perverse, hanno sedotto, attratto e spinto alla complicità centinaia di migliaia di persone, trasformate in ‘volenterosi carnefici’ secondo la lucida definizione di Daniel Goldhagen“.
Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica