Chiara Ferragni

L’azienda italiana produttrice di occhiali Safilo Group ha comunicato di aver interrotto l’accordo di licenza per il design, la produzione e la distribuzione delle collezioni “Eyewear” a marchio Chiara Ferragni “a seguito di violazione di impegni contrattuali assunti dalla titolare del marchio”, ha spiegato Safilo in una nota.

Una fonte, scrive Reuters, ha detto che la decisione di Safilo è legata ad alcune non meglio specificate clausole di “buona condotta, che sarebbero state invocate dopo la decisione della settimana scorsa dell’autorità antitrust AGCM di colpire Ferragni con un’ammenda di 1,075 milioni di euro (1,18 milioni di dollari).

La decisione del produttore di occhiali arriva dopo che nei giorni scorsi l’Antitrust aveva sanzionato società riconducibili alla influencer per oltre 1 milione e Balocco per 420 mila euro per pratica commerciale scorretta, poiché – secondo l’Autorità – avevano fatto intendere ai consumatori che acquistando il pandoro “griffato” Ferragni avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino.

La Guardia di Finanza acquisirà i contratti tra Ferragni e Balocco

Sempre in merito al caso dei pandori griffati, la Guardia di Finanza di Milano acquisirà in tempi brevi i contratti dell’accordo tra le società di Chiara Ferragni e la Balocco nell’ambito dell’inchiesta esplorativa senza ipotesi di reato e indagati sul caso del pandoro sponsorizzato dall’imprenditrice digitale e influencer. Tra le altre attività, delegate dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco, al nucleo di polizia economico-finanziaria delle Fiamme gialle anche il recupero degli atti dell’istruttoria del Antitrust che ha multato di oltre un milione le società Fenice e Tbs Crew.

Legale Ferragni sentito dai pm: difficile ipotesi truffa – Si è presentato questa mattina in Procura a Milano l’avvocato Marcello Bana che rappresenta Chiara Ferragni per incontrare il procuratore aggiunto Eugenio Fusco, sul caso dei “Pandoro Pink Christmas” di Balocco e la beneficienza all’ospedale Regina Margherita di Torino. Il legale, nominato in seguito alla notizia degli esposti penali presentati da Codacons e Assourt in oltre 100 Procure d’Italia, ha offerto la massima collaborazione all’autorità giudiziaria e si è detto disponibile a fornire qualsiasi chiarimento. Da quanto si apprende da fonti in Procura, sarebbe “impraticabile” al momento un’ipotesi di reato per truffa perché mancherebbero tutti i presupposti dell’illecito sia a carico di Ferragni quanto delle società Fenice srl e TBS Crew srl che gestiscono i marchi e i diritti relativi alla figura della 36enne.

L’eventuale ma tutt’altro che scontata ipotesi – anzi remota – sarebbe quella di indagare per frode in commercio, il reato che punisce chi “consegna una cosa mobile” che “per origine, provenienza, qualità o quantità diversa da quella dichiarata o pattuita”. Andrà verificato se questo è avvenuto, se con l’espressione “qualità” è possibile intendere anche le “qualità etiche o morali” del prodotto, o di chi eventualmente lo avrebbe fatto.

A cura di Samanta Costantini – Foto Imagoeconomica 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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