Arrivano il reddito di cittadinanza e quota 100 sulle pensioni. Dopo sette mesi di discussioni e vertici, nonostante un taglio delle risorse in manovra, le misure di bandiera del governo giallo-verde prendono forma in un decreto varato ieri “in venti minuti” in Consiglio dei ministri. Riguarderanno “1 milione di pensionati e 5 milioni di poveri”.

Salvini parla di “10 milioni di persone” coinvolte dalle diverse misure giallo-verdi. Col reddito si parte da aprile e, sottolinea Di Maio, con norme ‘anti-divano non ci saranno abusi’, mentre quota 100, che è ‘diritto inviolabile’ sarà garantito, anche se c’è una clausola salva-spesa. Sull’anticipo del Tfr, ha detto salvini, non ci saranno costi per i lavoratori. Escono da agosto gli statali già a quota 100. Scompare il Rei, ma chi già percepisce il vecchio sussidio continuerà a beneficiarne fino alla fine.

Fonti Chigi, reddito a 1,8 milioni di nuclei. Platea non cambia – La platea del reddito di cittadinanza non cambia: tutti i nuclei familiari che rientrano nei requisiti stabiliti, pari a quasi 1,8 milioni, circa 5 milioni di individui, possono fare domanda e ricevere il Rdc. Lo sostengono fonti di Palazzo Chigi, che spiegano come le stime della relazione tecnica siano solo “un aggiustamento statistico”. Si tratta quindi – viene sottolineato – di un’ipotesi statistica secondo la quale l’85% dei nuclei familiari che hanno diritto al RdC ne farà effettivamente richiesta. La precisazione che arriva da fonti di Palazzo Chigi sulla platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza riguarda una tabella della relazione tecnica che accompagna il decretone approvato ieri dal Consiglio dei ministri, secondo la quale i nuclei familiari coinvolti sarebbero 1,32 milioni, di cui 164 mila stranieri. Secondo la stessa tabella, in totale, i nuclei di soli stranieri sarebbero pari a 256 mila: di questi, 92 mila non avrebbero le condizioni per accedere al reddito in quanto non “lungo soggiornanti” e non residenti da almeno 10 anni nel territorio italiano. Numeri che appunto però sono frutto di un aggiustamento statistico, secondo le medesime fonti di Pazzo Chigi.

Pensioni: stop aumenti requisiti anticipate fino 2026 – Per andare in pensione anticipata indipendentemente dall’età anagrafica basteranno 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 le donne) con una decorrenza di tre mesi dai requisiti raggiunti fino alla fine del 2026. Lo si legge nel decreto del Governo appena approvato su Quota 100 che blocca l’aumento dei requisiti legati alla speranza di vita quindi fino al 2026. Dopo il 2019 gli scatti avrebbero dovuto essere biennali. Non sono bloccati gli aumenti per la pensione di vecchiaia (dal 2019 a 67 anni)

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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