Per dare la misura di cosa sia stato questo corridore belga basterebbe ricordare il suo soprannome, “il Cannibale” dovuto sostanzialmente alla sua voglia di vincere sempre e comunque, su qualunque terreno e contro chiunque, su strada coma su pista, che si trattasse di un Mondiale, un Grande Giro, una Sei Giorni su pista oppure una gara di ciclocross.

All’anagrafe Edouard Louis Joseph, Merckx nasce il 17 giugno 1945 a Meensel-Kiezegem, nelle Fiandre, ed arriva al ciclismo dopo essersi cimentato anche con calcio e pugilato; inizia a gareggiare da esordiente nel 1961 e nel 1963 passa dilettante.
In questa categoria Eddy vince una sessantina di gare in due stagioni, tra cui il Mondiale in linea di Sallanche, nel 1964; l’anno successivo, dopo alcuni altri successi passa al professionismo, iniziando quella che diventerà una vera e propria leggenda, tanto da far dire a Jacques Goddet, storico Patron del Tour, che Coppi fu il più grande, Mercks il più forte corridore di tutti i tempi!

Inizialmente Eddy viene considerato soprattutto un corridore adatto alle gare di un giorno, vista la potenza che sprigiona, tanto da vincere a soli vent’anni (1966) la prima delle sette Milano-Sanremo che fanno parte del suo palmares; in quella stagione termina al secondo posto, dietro Gimondi, il Lombardia e vince il Trofeo Baracche in coppia con Bracchi.
L’anno successivo ecco il bis a Sanremo, e le vittorie nella Gand-Wevelgem ed alla Freccia Vallone; al Giro d’Italia vince due tappe, ma poi una bronchite gli fa perdere terreno e finisce al nono posto finale, mentre vince il suo primo Mondiale da professionista, ad Heerlen, in Olanda, per chiudere la stagione bissando il successo al Baracchi.

Nel 1968 vince la Parigi-Roubaix e poi domina il Giro d’Italia, vincendo quattro tappe ed indossando per tredici giorni la maglia rosa, oltre a primeggiare tra gli scalatori e nella classifica a punti; in quei giorni nasce l’epopea di Eddy Merckx, un dominio che durerà sino a tutto il 1976.

In quegli anni Merckx vince cinque Tour de France ed altrettanti Giri d’Italia, una Vuelta, nella sua sola partecipazione alla corsa a tappe spagnola, tre Mondiali, sette Sanremo, tre Roubaix …
Per due volte gli riuscì l’Accoppiata Giro-Tour, oltre a terminare primo in ventisette classiche, di cui diciannove “Monumento”; per sette anni consecutivo, dal 69 al 75, vinse il Super Prestigiosa, una sorta di mondiale a punti, oltre ad ottenere il Primato dell’ora su pista con “bicicletta normale” ed una serie di altri successi su strada e pista.

Non mancarono nella carriera di Merckx anche giorni bui, come l’esclusione, per doping, durante il Giro del 1969, decisione fortemente contestata dal corridore e dalla sua squadra e ritenuta fraudolenta, proprio per causare esclusione e squalifica, che infatti non gli fu inflitta, tanto da permettergli di disputare il successivo Tour, vinto in maniera impressionante, scaricando la grande rabbia cumulata nella corsa Rosa.

Anche a fine 73, Merckx incorso nel doping, a causa di un medicinale erroneamente prescritto gli dal medico della propria formazione, cosa che ne determinò la squalifica e la revoca della vittoria al Lombardia.
Inoltre, molta parte nella sua carriera ebbero le cadute, alcune veramente rovinosa, tanto da crearli notevoli problemi di schiena, specie in salita, che però non ne limitano il rendimento, anche se a prezzo di grandi sacrifici e molto dolore.
Merckx terminò la carriera a soli trentatré anni, dopo che nel 1977 subì alcune cocente sconfitte, che lo portarono, il 18 maggio 1978, a scendere definitivamente dalla bicicletta.

Dire se effettivamente Merckx sia stato il corridore più forte di tutti i tempi è francamente impossibile, anche perchè ogni epoca fa giustamente storia a se è nel tempo tutto è cambiato in maniera radicale, dalle strade ai mezzi, dalla preparazione al modo di correre; indubbiamente però se a far fede è il numero e la qualità delle vittorie, risulta difficile trovare qualcuno più grande.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Sportal

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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