Paolo Del Debbio, nato a Lucca il 2 febbraio 1958 è un Giornalista e conduttore televisivo, dal 1999 insegna Etica ed economia all’Università Iulm di Milano. Conduce su Rete 4 il programma di approfondimento Quinta colonna. Ha pubblicato vari volumi, tra cui i più recenti Elogio dello Stato a pendolo. Stato e mercato nel XXI secolo (Rubbettino 2009), Libertà (In Dialogo 2013), Piu etica nel mercato? L’inganno di un luogo comune e le responsabilità della politica (Marsilio 2016), ha presentato il suo ultimo libro ” IN NOME DELLA LIBERTA – la forza delle idee di Silvio Berlusconi” , incentrato sulla presenza dell’emerito Presidente e Cavaliere “Silvio Berlusconi”, pubblicato da Piemme nella collana “Saggi PM”, che sarà in vendita dal 9 aprile prossimo venturo. Nel testo è contenuto il “testamento politico dei Silvio Berlusconi” scritto due giorni prima della sua dipartita.
La figlia Marina, in una sua dichiarazione al Corriere, lo ricorda così:
Il suo ultimo pensiero è andato alla sua creatura politica: Forza Italia. Lo ha scritto di suo pugno 2 giorni prima della morte, quale lascito ideale. Al S. Raffaele mi chiese carta e penna, e disse: “voglio sia pubblico“.Quattro pagine scritte con la calligrafia affaticata di un uomo arrivato, ormai, agli ultimi giorni di vita. ma deciso a lasciare il proprio testamento politico a chi porterà avanti il partito da lui fondato. “Amore, pace, libertà, giustizia”.
Il ricordo:

“Abbandonato su una poltrona, molto affaticato, cupo, sofferente, mi chiese di accompagnarlo dalla poltrona al tavolo, ottenuta carta e penna, chinò il capo e cominciò a scrivere. Mi sedetti vicino a lui e lo guardai lavorare. A un certo punto si fermò, alzò lo sguardo, lo fissò nei miei occhi e disse qualcosa che mi porterò dentro fino al mio ultimo istante: ‘Vedi, Marina, la vita è così: vieni, fai fai fai… e poi te ne vai’. Mp passò i 4 fogli scritti,  li essi e mi cascò il mondo addosso. Perché mi resi conto che quello che aveva scritto era il suo lascito ideale, il suo testamento, la sintesi delle convinzioni e dei valori che lo avevano sempre accompagnato. Restai lì impietrita, facendo finta di non aver compreso quello che entrambi avevamo compreso benissimo”.

Gli acculturati sinistroidi e i Radical Chic, sono chiusi in un religioso silenziò meditativo, in merito a “tale libro” o forse sono in attesa della sua uscita nelle librerie per iniziare la loro campagna “denigratoria – offensiva- mistificante” nell’affannoso accattonaggio di qualche voto per le prossime elezione europee. Rivivremo forse il loro accanimento perpetrato contro il libro del Generale Vannacci “Il mondo al contrario” con cui si è permesso di ledere una loro proposta di legge, la Legge Zan, con la quale pensano – unica cosa che tra l’altro hanno proposto – di dare una grande e nobile svolta sociale e politica al nostro paese, e non solo, favorendo il “GENDER FLUID”, ovvero sostenendo le famiglie arcobaleno, quelle omogenitoriali, quelle allargate, in cui sono chiari i ruoli dei componenti, il sesso promiscuo, uomini che diventano donne e donne che diventano uomini, l’abolizione del maschile e del femminile. l’abolizione dei termini padre e madre e relativa festa del papà e della mamma, la possibilità di cambiare sesso anche agli adolescenti purché abbiamo seguito un corso di affiancamento da psicologi coinvolti in tali scelte, l’eliminazione del patriarcato ecc. ecc.

Tanta rabbia perché ha forse venduto con un solo libro molto di più degli acculturati saggisti sinistroidi o perché è un probabile candidato alle europee e quindi un nemico in più supportato dalla destra?

Inoltre non risulta che l’opposizione si sia ma scagliata contro i tre romanzi della scrittrice E. L. Jamesi: “50 sfumature di grigio, e a seguire di rosso e di nero – 125 milioni di copie venduta nel mondo – e che sono una esaltazione del patriarcato e del maschilismo, forse perché l’autrice non rappresentava un pericolo per le loro poltrone?

Aspettiamo con ansia il 9 aprile prossimo venturo e sicuramente assisteremo alla sceneggiata di rito!

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Imagoeconomica

(fonti: Wikipedia e Corriere)
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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