Cristian Shpendi il bomber del Cesena

La vittoria di misura sull’Olbia è stata meritatissima; un Cesena potente, ma anche sciupone sotto la porta di Rinaldi doveva raccogliere un punteggio ben più cospicuo. Ma ciò che contava, alla fine dei giochi, sotto l’acquazzone, era raccogliere i tre punti per mantenere il primo posto della classifica, visto il successo di una Torres guardinga a discapito della Recanatese.  Finito l’incontro, mentre il popolo bianconero festeggiava goliardicamente il successo casalingo, al “Dino Manuzzi“, accadeva un fatto gravissimo, mai riportato alla cronaca nazionale durante tutta la storia del cavalluccio.

Il padre di Cristian Shpendi, preso da un Black out alla cognizione, scavalca le barriere (dove era la sicurezza – dormiva in piedi?) e poi si dirige come un velocista di atletica verso Rinaldi per fare giustizia al figlio che era stato colpito al volto da una ginocchiata da parte del numero 1 dell’Olbia. Episodio increscioso che comunque lascia sgomento, perché ogni sport risponde alla parola disciplina. Possiamo considerare il gesto solo come una vendetta personale? Forse sì!

Ma c’è di più in questo epilogo di fine partita che lascerà strascichi e parodie infinite. C’è un out of the cup (farla fuori dal vaso), perché il Signor Shpendi, senza fare i conti con i propri limiti e la sua capacità razionale, superando se stesso, si è addentrato in situazioni al di fuori della propria portata, procurando alla società un danno di immagine pesantissimo che avrà conseguenze negative; ma, non solo, può direttamente aver causato un turbamento psicologico allo stesso primogenito per il futuro della sua carriera, dove non mancheranno offese in campo da parte di alcuni avversari. Conosciamo bene cosa accade in certi momenti della partita, quando il nervosismo sovrasta il corso naturale del gioco.

La superbia, l’arroganza sono modi autolesionisti che procurano mali a volte incurabili da chi li compie ed è certo che il Signor Shpendi non potrà frequentare per un lungo periodo l’Orogel Stadium, come potrebbe scattare un monito allo staff di sorveglianza da parte della federazione calcistica Albanese nel caso di una convocazione in nazionale del figlio. Ma ci potrebbe essere anche un altro risvolto nel caso Rinaldi, dopo essere stato ascoltato dall’arbitro e sollecitato dalla società sarda, presentasse una denuncia personale per atti violenti e di aggressione alla sua persona.

Il signor Sphendi ha l’obbligo di chiedere scusa pubblicamente al numero 1 dell’Olbia…, a suo figlio, alla società Cesena FC.

Ciò che conta, adesso, subito, in questa triste vicenda, è recuperare immediatamente Cristian, il bomber bianconero. Questo deve essere il compito di Domenico Toscano e di tutti i compagni di spogliatoio, aggiungerei con il sostentamento dei tifosi.

Spesso certi episodi lasciano ferite profonde e non solo durante una partita di calcio per un brutto fallo da espulsione, ma pure nella vita di ogni giorno. Il Cesena ha bisogno di lui, come allo stesso tempo l’attaccante sente sua la maglia bianconera e un futuro di alto livello.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Repertorio

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini

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