In migliaia si sono riuniti per dire “basta”. “Basta” alle mafie, “Basta” alla violenza. Sono scesi tutti in piazza a Locri per ricordare le vittime innocenti della mafia, ma anche per rammentare a chi di dovere che non ci si piegherà alla criminalità, alla sopraffazione della brutalità.

E’ stata questa la risposta forte e chiara alla sfida che la ‘ndrangheta ha lanciato allo Stato nelle scorse ore per mano di ignoti, che hanno usato una bomboletta spray per imbrattare alcuni muri cittadini con frasi del tipo: “Don Ciotti sbirro, più lavoro meno sbirri”, “Don Ciotti sbirro, siete tutti sbirri”, “Don Ciotti sbirro e più sbirro il Sindaco”.

Dal canto suo, il presidente di Libera, promotore della Giornata della memoria e dell’impegno contro le mafie, ha commentato: “Oggi a Locri siamo tutti sbirri. Ricorderemo tanti nomi di esponenti delle forze dell’ordine che hanno perso la vita e nessuno li può etichettare e insultare” ha detto don Ciotti, “c’e’ un’Italia che si ribella all’indifferenza, al conformismo, alla corruzione che devasta i beni comuni e l’ambiente. Un’Italia consapevole che la convivenza civile e pacifica si fonda sulla giustizia sociale, sulla dignità e la libertà di ogni persona”. “In questo senso – ha proseguito il fondatore di Libera – il richiamo alla memoria non è mai stato per Libera un esercizio retorico, quelle persone non sono morte per una targa, una corona di fiori, un discorso celebrativo. Sono morte per la nostra libertà, per la nostra democrazia, ossia per ideali che abbiamo il compito di realizzare. Solo l’impegno personale e collettivo trasforma la memoria d’occasione, inamidata, in memoria condivisa e pubblica, in memoria viva”.

“Libera ha scelto Locri come piazza principale – ha detto ancora don Ciotti – per stare vicino a chi, in Calabria, come in altre regioni, non si rassegna alla violenza mafiosa, alla corruzione e agli abusi di potere. Per valorizzare l’opera di tante realtà, laiche e cattoliche, istituzionali e associative, impegnate in questa terra difficile ma generosa per il bene comune, per la dignità e la libertà delle persone. Per denunciare la violenza della ‘ndrangheta, la più potente delle mafie, e le forme di silenzio e complicità che la favoriscono. Per dare continuità e nuove prospettive a un impegno quotidiano che ha avuto un importante riconoscimento lo scorso 1 marzo, quando la Camera ha approvato, con voto unanime, l’istituzione del 21 marzo come Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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