Al summit di Vilnius la NATO, vista anche la presenza dei Leader dell’Ucraina, della Nuova Zelanda, dell’Australia, della Corea del Sud e del Giappone, ha pensato bene di rincarare la dose nei riguardi della CINA, considerandola una “vera minaccia” alla sicurezza globale.

La Repubblica Popolare Cinese, toccata nel vivo, ha dichiarato che a breve fornirà adeguata risposta a quanto detto nei suoi confronti e su eventuali “espansioni” della NATO nel continente asiatico.

Nello specifico si fa riferimento alparagrafo 6, relativo alla Cina, dove si evidenza: Le ambizioni dichiarate e le politiche coercitive della Repubblica Popolare Cinese sfidano i nostri interessi, la nostra sicurezza e i nostri valori.”

I “membri” della NATO non escludono un eventuale impegno “costruttivo” con il Direttivo Cinese, anche se hanno rimarcato più volte che vengono utilizzati strumenti finalizzati ad aumentare la propria influenza globale in forma “nebbiosa” sia sulla strategia operativa che sul rafforzamento militare.

Non hanno certo dimenticato un affondo su quello che viene definito partenariato cino-russo mirato ad “indebolire l’ordine internazionale basato sulle regole”.

Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, WANG WENBIN, ha risposto alla provocazione ribadendo: “Esortiamo la Nato a porre fine ad accuse infondate e a osservazioni provocatorie contro la Cina e ad abbandonare il concetto obsoleto della mentalità da Guerra fredda, ad abbandonare l’approccio sbagliato di cercare la sicurezza assoluta e di creare scompiglio in Europa e di tentare di farlo anche nell’Asia-Pacifico.”

STOLTENBEG ha replicato: ”La Cina sta ponendo sfide crescenti all’ordine globale basato su regole, rifiutando di condannare l’aggressione russa contro l’Ucraina, minacciando Taiwan e portando avanti un sostanziale sviluppo militare. La modernizzazione nucleare della Cina è senza precedenti per velocità e portata ed è condotta senza trasparenza. Gli alleati concordano sul continuare a lavorare insieme per proteggersi dal comportamento cinese coercitivo e domani incontreremo i leader di Australia, Giappone, nuova Zelanda e Corea del Sud, così come l’Ue, perché siamo più forti e sicuri quando stiamo insieme. La sicurezza non è regionale, ma globale e dobbiamo stare insieme. La NATO è una alleanza regionale, ma dobbiamo affrontare sfide globali. Quello che accade in Europa ha conseguenze nella regione dell’Indo Pacifico e quello che accade nell’Indo Pacifico ha conseguenze per il Nord America e l’Europa. Necessita pertanto un coordinamento ancora più stretto con i nostri partner dell’Indo Pacifico.”

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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