Ieri, in piazza del Plebiscito, a Napoli, il feretro di Pino Daniele è stato accompagnato da uno scroscio di applausi, da sguardi ricolmi di tristezza, ma anche di gratitudine, nei confronti di un cantautore che ha saputo emozionare con la sua poesia.
La bara è stata sistemata sull’altare e poi è iniziata la cerimonia, officiata dal cardinale Crescenzio Sepe. Sotto la pioggia, migliaia di fan hanno urlato: “Pino!”, così come durante l’arrivo del feretro al Santuario del Divino Amore, nella Capitale, dove sono stati celebrati i funerali “romani”.
“Ha fatto tanto per la città”, ha detto il cardinale Sepe all’inizio dell’omelia, per poi aggiungere: “Il signore che ascolta la preghiera del suo popolo ascolterà stasera anche il nostro grido di dolore per questa imprevista morte. Apriamo il nostro cuore a lui perché lo accolga in cielo per il bene che ha fatto soprattutto per la nostra città di Napoli”. Perché Pino, “ha onorato Napoli. Ha denunciato le sofferenze, le colpe per scuotere le coscienze, non certamente per mortificarla”.
Sepe ha poi sottolineato: “È di uomini come lui che Napoli ha bisogno. Napoli vuole essere soprattutto amata e non strumentalizzata o sfruttata e Pino Daniele ha dimostrato di saperla amare profondamente, anche standole lontano, ma indicandone limiti, carenze e voglia di risorgere”.
L’omelia è stata più volte interrotta dagli applausi dei fan e dei cittadini presenti in piazza del Plebiscito, tutti uniti per dire un’ ultima volta: “Ciao, Pino!”.
Foto di Marco Iorio
A cura di Silvia Pari
