Parlare con un artista del calibro di Massimo Luca non lascia mai indifferenti. Ha lavorato con tutti i più grandi. È stato, con Andrea Sacchi, il chitarrista più impiegato dai principali cantautori e artisti italiani degli anni settanta. La lista è lunghissima: Lucio Battisti, Fabrizio De André, Paolo Conte, Oscar Prudente, Alice, Pierangelo Bertoli, Mina, Adriano Pappalardo, Francesco Guccini, Ornella Vanoni, Roberto Soffici, Marcella e Gianni Bella, Riccardo Fogli, Mia Martini, Bruno Lauzi, Roberto Vecchioni, Edoardo Bennato, Angelo Branduardi, Fabio Concato… e potremmo continuare. Praticamente il gotha della musica nazionale.

Un successo che si è confermato negli anni partito da quando, Il 23 aprile 1972, assieme a Gianni Dall’Aglio, Gabriele Lorenzi, Eugenio Guarraia e Angel Salvador, Luca faceva parte del gruppo dei ‘cinque amici da Milano’ che accompagnó Battisti durante lo storico duetto con Mina a “Teatro 10”. Lo si vede anche nelle inquadrature, in seconda fila, subito dietro la “tigre di Cremona”.

Massimo è stato anche autore: insieme a Paola Palma, vince il Festival di Sanremo 1998 in entrambe le categorie giovani e big con il brano “Senza te o con te”, interpretato da Annalisa Minetti. E poi ci fu il successo – in partnership con Vince Tempera e il paroliere Luigi Albertelli, della sigla di Goldrake.

È arrangiatore insieme a Gianluca Grignani dei brani contenuti nell’album di esordio del cantautore tra cui Destinazione Paradiso”, “La mia storia tra le dita”, “Falco a metà”. Nel 1992 ha suonato, con Vince Tempera, Ellade Bandini, Ares Tavolazzi e Maurizio Tirelli, nell’album “Ma noi no” dei Nomadi, l’ultimo pubblicato dalla band emiliana con il frontman Augusto Daolio.

Inoltre è scopritore di talenti e producer per personaggi come Biagio Antonacci, Fabrizio Moro, Diego Mancino, Gerardina Trovato e Paola & Chiara.

Ilaria – La tua carriera parla da sola. Eppure dietro ogni singola parola di una canzone vi è un intreccio di storie, vero?
Massimo – Hai centrato l’obiettivo. Tanti testi cantati da alcuni big sono stati scritti sui vissuti di persone come me che li affiancavano. Solo gli addetti ai lavori sanno la verità. I biografi spesso riportano inesattezze.

Ilaria – Hai mai pensato di scrivere un libro?
Massimo – Sto valutando l’idea di farlo a quattro mani con te, visto che sai scavare nell’animo umano con la giusta attenzione e sensibilità. Io ho visto mille vite in una vita terrena (ride).

Ilaria – La depressione è uno dei mali del secolo. Tanti anche i personaggi famosi che ne soffrono e ne hanno sofferto.
Massimo – Non va mai sottovalutata. Bisogna agire tempestivamente per evitare drammi irreparabili. Siamo tutti molto soli nonostante si è tutti iperconnessi.

Ilaria – La morte ti fa paura?
Massimo – Sì. Non so cosa c’è e se c’è qualcosa dopo. E poi amo così tanto la vita che il pensiero di dover abbandonare tutto qui mi mette pensiero. Tanti sacrifici e poi?

Ilaria – I tuoi sacrifici resteranno agli eredi e la tua carriera fruibile a tutti.
Massimo – Ma non è comunque sufficiente a placare il mio smarrimento.

Ilaria – Una canzone che porti nel cuore?
Massimo- ‘Giardini di Marzo’ è il brano che occupa nel mio mondo un posto particolare: alcuni accordi sono miei… Lucio Battisti, da grande artista qual’era, era sempre propenso a collaborare con i suoi musicisti nel realizzare le canzoni.

Ilaria – La tua carriera ha toccato spesso il vertice…
Massimo – Nasco artisticamente come chitarra acustica dei più importanti cantautori italiani verso la fine degli anni ’60. Citiamo solo Lucio Battisti, Fabrizio De Andrè,Mina, Francesco Guccini, Pierangelo Bertoli, Paolo Conte, Angelo Branduardi, Lucio Dalla. Negli anni ’80 ho lavorato tanto in Spagna con Miguel Bosè,, Raffaella Carrà e Bertin Osborne per il quale scrissi anche un brano divenuto poi una hit in SudAmerica. Ho collaborato all’album intitolato “Giannutri” di Fabio Concato con Phil Ramone (produttore di Simon&Garfunkel, Paul Mc Cartney, George Michael, tra gli altri). Nel 1980 ho composto la sigla tv di “Goldrake”, un “cult”. Sono stato baciato dalla fortuna perché ho conosciuto persone e personaggi che hanno lasciato un segno.

Ilaria – Se potessi fare un regalo all’umanità per cosa opteresti?
Massimo – Desidererei che sparisse l’ignoranza e lasciasse posto alla consapevolezza. Sono sempre stato convinto che ogni essere umano veramente consapevole è un essere umano buono, non commette reati, salvo essere devastato da una tara genetica come la storia ci racconta purtroppo. È questo il mio più grande desiderio.

A cura di Ilaria Solazzo – Foto Repertorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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