Non è stato gran che fortunato il Cesena a Latina, ma a volte la fortuna bisogna anche aiutarla, magari evitando che Agliardi si faccia male da solo con certe uscite e che chi gli sta intorno sia un tantino più attento, per aiutare il proprio portiere nelle occasioni di incertezza.

Avrebbe meritato i tre punti la formazione di Camplone, ma evidentemente i limiti di stagione sono questi e non sempre chi si eleva rispetto ai compagni per rendimento basta per raggiungere la vittoria; Renzetti e Garritano (finalmente schierato dall’inizio) hanno dato un contributo di spessore notevole, Cocco è tornato al solito positivo rendimento ed al gol dopo la mediocre prestazione contro la Pro Vercelli e la difesa non ha ballato davanti agli attacchi dei ragazzi di Vivarini, ma Ciano è parso sottotono e, come già accennato, Agliardi ha fatto la frittata su di un traversone insidioso ma controllabile.

Peccato, perché a differenza di sabato scorso, la giornata sarebbe stata favorevole visti i risultati degli altri campi, e portarsi a casa i tre punti avrebbe in parte compensato (ma non fatto dimenticare) la battuta d’arresto casalinga contro i bianchi di Longo; dare continuità ai risultati è necessario in questa fase della stagione, anche se poi bisogna vincere e qui son dolori per Schiavone e c.

Ora bisogna “assolutamente” battere il Vicenza dell’ex Bisoli, approfittare del terreno amico per dare una botta non da poco a chi insegue in classifica ad appena un punto e far crescere di conseguenza un morale che non può certamente essere a livelli stellari; all’andata lo 0-0 finale vide l’esordio sulla panchina berica proprio dell’allenatore di Porretta Terme, a sostituire Lerda ed a interrompere una serie di risultati negativi dei biancorossi.

Quello di Vicenza era ancora il Cesena di Drago ed il risultato finale sancì il quinto pareggio in otto giornate del cavalluccio, con i bianconeri incapaci di superare un avversario tutt’altro che irresistibile ed appunto reduce dall’avvicendamento d’allenatore; da allora le cose sono cambiate poco per entrambe le formazioni, dato che anche il cambio in panchina cesenate non ha prodotto i risultati sperati, con la classifica che piange ed una continuità di rendimento che latita al pari dei risultati.
Evidentemente il calcio italiano non ha ancora imparato che per una rosa mediocre servirebbe un allenatore che faccia i “miracoli” e non persone preparate ma non in grado di far diventare Rivera, Zoff e Cera (per restare in tema bianconero e non fare paragoni con il presente) chi hanno a disposizione; Drago e Camplone, Lerda e Bisoli, sono professionisti seri e preparati, non mago Merlino, e senza bacchetta magica hai voglia a predicare lavoro, lavoro, lavoro!

Contro il Vicenza, il Cesena dovrà scordarsi la Pro Vercelli, così come dovrà non avere riguardi nei confronti di Bisoli, uno che al Cesena ha dato molto, anche se poi, come accade persino nelle migliori famiglie, il distacco non è avvenuto senza polemiche ed ancor oggi c’è chi non ha ancora rivisto il proprio astio nei confronti dell’ex allenatore.
Siamo alla ventinovesima giornata, occorre raccogliere i punti necessari alla salvezza e bisogna farlo in fretta, senza guardare chi è l’avversaria e senza fare i conti di quanto manca alla fine, perché pensare che c’è il tempo di rimediare è come aspettare la maturazione di un frutto sull’albero: alla fine lo si butta via marcio e non vorremmo che a forza di aspettare la giornata successiva ci si risvegli in un incubo ancora peggiore di quello che è stato il sogno, anche perché la Lega Pro non sarebbe solo un incubo, ma la fine di tutto.

A cura di Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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