Un record mai sfiorato prima quello raggiunto nel 2015 dal nostro Paese: secondo quanto riportato dal Financial Times infatti, le imprese italiane sono in Ue “dopo la Gran Bretagna e assieme alla Francia, quelle più nel mirino delle acquisizioni straniere”.

Insomma, il made in Italy piace proprio tanto agli investitori stranieri: il valore degli accordi stipulati nel 2015 ha infatti superato i 50 miliardi di dollari, ha dichiarato ancora il quotidiano della City. In un prospetto grafico, è stato poi illustrato il salto registrato negli ultimi anni: nel 2014 il suddetto valore si aggirava attorno ai 25 miliardi mentre nel 2013 non superava i venti. Al raggiungimento di tale record hanno contribuito “grandi accordi, come quella da 9 miliardi della Pirelli da parte della ChemChina ma anche il numero stesso di accordi, 248”.

Tra i fattori decisivi per il balzo del 2015, il Financial Times ha individuato “l’istituzione di enti governativi e canali giudiziari dedicati agli investitori stranieri e specialisti assegnati ai grandi investitori per aiutarli a uscire da possibili difficoltà. Mentre la fiducia in un governo stabile è stato un altro fattore chiave per rassicurare gli investitori stranieri”. Il Ft registra anche una crescita, sebbene non ai livelli delle fusioni e delle acquisizioni, dei cosiddetti “Greenfield investiment” ovvero degli investimenti diretti di una società madre che dà vita ad una nuova iniziativa imprenditoriale in un Paese straniero, costruendo strutture operative ad hoc.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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