FRANCESCO PAOLO FULCI DIPLOMATICO

Ha rappresentato l’Italia nelle sedi più prestigiose, da New York a Tokyo, Parigi e Mosca. “Your diplomacy is legend” fu il complimento che gli rivolse Madeleine Albright, ex segretario di Stato Usa.

E’morto oggi all’età di 91 anni l’ambasciatore Francesco Paolo Fulci, storico esponente della diplomazia italiana nel mondo. Nato a Messina nel 1931, diplomatico di razza, Fulci è entrato nella carriera diplomatica nel 1956 e ha rappresentato l’Italia nelle sedi più prestigiose, dal Canada a New York, Tokyo, Parigi e Mosca. Dal 1976 al 1980 è stato capo della Segreteria del presidente del Senato Amintore Fanfani e nella prima metà degli anni ’80 ambasciatore d’Italia in Canada per poi diventare Rappresentante permanente d’Italia alla Nato a Bruxelles.

“Your diplomacy is legend”, la tua diplomazia è leggendaria: il complimento è di Madeleine Albright, prima ambasciatrice degli Stati Uniti all’Onu e poi segretario di Stato e testimonia la straordinaria carriera di Fulci, sempre apprezzato dai leader mondiali.

Segretario generale italiano del Comitato esecutivo italiano per la sicurezza e l’intelligence (CESIS) dal maggio 1991 all’aprile 1993, Fulci venne poi nominato Rappresentante permanente d’Italia alle Nazioni Unite. Ruolo che ha ricoperto fino al 1999. L’ambasciatore era in pensione dal 2000.

Alle Nazioni Unite, in collaborazione con gli ambasciatori d’Egitto, Messico e Pakistan, ha fondato, tra l’altro, il cosiddetto ‘Coffee Club’, un gruppo di Paesi, nato nel 1995, per opporsi all’aumento dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza e per favorire invece l’ampliamento dei seggi non permanenti. Una linea ripresa poi dal gruppo ‘Uniting for Consensus’, che da anni si batte per un Consiglio di Sicurezza più democratico e rappresentativo, bloccando il tentativo di Germania, India, Giappone e Brasile di ottenere un seggio permanente nel Consiglio, lasciando in questo modo fuori altri Paesi non meno qualificati tra cui l’Italia.

Al termine della carriera diplomatica (era in pensione dal 2000), ha contribuito con i suoi contatti e con la sua esperienza alle relazioni internazionali del Gruppo Ferrero, di cui è stato presidente dal 2011 al 2019.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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