Ultimamente, ogni volta che si parla di vaccini si solleva un polverone. Tra disinformazione, mezze verità, e certezze che forse andrebbero messe in discussione, si dovrebbe ricordare una cosa fondamentale: ogni genitore ha il sacrosanto diritto di scegliere cosa far iniettare nel corpo del proprio bambino e dovrebbe essere supportato in questa delicata decisione da informazioni chiare e precise.

Quando sono altri a decidere per i nostri bambini, ci si sente scavalcati, privati di un diritto inalienabile; se poi questa decisione viene presa di nascosto, ci si può ritrovare al centro di un procedimento disciplinare. E’ questo quanto accaduto ad un’infermiera dell’Asl 2 di Treviso, sospettata di aver solo finto di vaccinare molti dei bambini portati al suo ambulatorio, buttando via le fiale dopo aver registrato la prestazione.

La segnalazione è partita dopo che i colleghi della donna si erano insospettiti, perché i bimbi non piangevano durante l’iniezione. Questo caso era già stato segnalato nel giugno 2016 a Nas e Procura, ma il gip, su richiesta del pm, aveva archiviato tutto nel mese di marzo 2016.

Ora, l’Asl ha avviato una campagna di richiamo che riguarderebbe circa 500 pazienti.

Nel frattempo, la Procura della Repubblica di Treviso, come confermato dal procuratore Michele dalla Costa, sta valutando l’opportunità di riaprire o meno l’indagine a carico dell’assistente sanitaria, che – come spiegato dall’Asl 2 di Treviso – “è stata trasferita ad altro incarico, al manifestarsi dei sospetti delle colleghe”. L’Asl ritiene che si sia configurata “una grave violazione dei doveri professionali e degli obblighi assistenziali”. Per questo ha contattato tutti i pazienti potenzialmente interessati per dare loro la possibilità di completare correttamente la vaccinazione.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui