L’ultimo report dell’Iss di fine maggio fa attestava la variante Delta su circa l’1% dei casi di contagio da coronavirus in Italia. Come sostenuto da diversi esperti, questa percentuale rappresenterebbe oggi una sottovalutazione sulla sua diffusione sul territorio nazionale. Diversi studi compiuti su dati parziali stimano una circolazione del ceppo “indiano” del Sars-CoV-2 su numeri superiori.

Variante Delta, Italia tra i Paesi in cui è più diffusa: l’analisi del Financial Times
In particolare, secondo un’analisi del “Financial Times”, la variante Delta in Italia sarebbe presente nel 26% dei casi, facendo del nostro Paese il quinto al mondo per la diffusione di questa mutazione del coronavirus. L’analisi del quotidiano economico inglese è relativa al periodo compreso fra il primo gennaio e il 16 giugno 2021 e si basa sulle sequenze del Sars-CoV-2 depositate nella banca internazionale di dati genetici Gisaid e dei dati provenienti dall’istituto di ricerca belga Sciensano.

Da quanto stimato prima dell’Italia ci sarebbero, Gran Bretagna e Portogallo, dove la Delta è dominanti rispettivamente con il 98% e il 96% dei casi, poi Russia e Stati Uniti con il 31%. In questa particolare classifica, dopo il nostro Paese, seguono il Belgio (16%), la Germania (15%) e la Francia (6,9%).

I livelli di sequenziamento dei ceppi del Sars-CoV-2 risultano però molto differenti da nazione a nazione e questo potrebbe compromettere l’affidabilità di questo tipo di studi comparativi a livello internazionale.

Se infatti le stime del Financial Times si basano su 500.000 sequenze del coronavirus arrivate dalla Gran Bretagna, 130.000 dalla Germania e 47.000 dalla Francia, sull’Italia non è riportato alcun dato.

Variante Delta, Italia tra i Paesi in cui è più diffusa: nuova indagine Iss
Per cercare di dare una risposta più precisa su quanto è diffusa in Italia la variante Delta, il ministero della Salute ha disposto, tramite una circolare a firma del direttore generale della Prevenzione Giovanni Rezza, una nuova indagine rapida per stimare la circolazione nel Paese delle principali varianti del coronavirus.

Lo studio sarà coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con le Regioni e Province autonome e prenderà in considerazione i campioni notificati il 22 giugno 2021, i quali verranno sottoposti a sequenziamento genomico.

In audizione in commissione Sanità al Senato, sullo stato delle attività di testing, tracciamento, sorveglianza e sequenziamento, lo stesso direttore Rezza ha anticipato come la diffusione del ceppo indiano in Italia stia aumentando: “Adesso che sta circolando la variante Delta riceviamo molte segnalazioni che riguardano l’attività dei Dipartimenti di Prevenzione che rintracciano i contatti delle persone che vengono trovate positive. Purtroppo abbiamo molte segnalazioni in moltissime regioni italiane, si sta cercando in questo momento di fare contenimento”.

A cura di Elisabetta Turci – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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