Sono scesi di nuovo in piazza con centinaia di mezzi da lavoro per protestare contro i crediti incagliati del Superbonus.

Sono tre i cortei organizzati dai lavoratori edili a Genova che sono partiti questa mattina dal ponente e dal levante della città, per poi riunirsi in centro, causando gravi disagi al traffico.

Alla manifestazione stanno prendendo parte oltre 600 mezzi che hanno di fatto completamente paralizzato la città, ma vi sono ripercussioni anche sul casello di Genova Ovest dove si stanno formando lunghe code.

A organizzare la manifestazione è il gruppo spontaneo di imprenditori edili “Basta crediti incagliati“, che qualche settimana fa aveva promosso una prima protesta paralizzando la città dalla mattina al primo pomeriggio. “Consapevoli dei disagi che andremo ad arrecare ai nostri concittadini – spiegano gli organizzatori – chiediamo comprensione e solidarietà per un problema gravissimo che sta mettendo in crisi molti genovesi e liguri in generale, e per la soluzione del quale, siamo costretti a scendere per le strade di Genova.

Chiediamo nuovamente scusa ai genovesi”. Molti gli striscioni esposti sui mezzi da lavoro, tra cui “Cessioni non pagate, imprese rovinate”, “Basta crediti incagliati” “Le imprese scendono in piazza per non fallire”, “Abbiamo creduto ad uno Stato che promette ma non mantiene”.

Sono apparsi anche striscioni di Confapi, la confederazione italiana della piccola e media industria privata, nonostante gli organizzatori abbiano ribadito a più riprese che la manifestazione è da considerarsi spontanea e senza connotazione politica.

In supporto anche una delegazione di circa 30 persone arrivata da Torino per unirsi alla protesta. “E’ giusto essere qui perché siamo sull’orlo del fallimento – spiega Marilena Malano, di una ditta di serramenti torinese – e anche i committenti sono fuori casa, perché i lavori sono fermi. E’ impossibile non capire la gravità di questo momento. Per questo stiamo organizzando una protesta analoga a Torino tra 15 giorni”.

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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