Il Cesena è chiamato ad una trasferta che potrebbe diventare rossa come il chianti della Val di Pesa e della altra valle d’Elsa, se giocata senza ubriacatura. Insomma ci risiamo, un Toscano in terra Toscana per rendere furente la sua formazione, che ha solo una prerogativa per rimanere agganciata alla promozione diretta, quella di vincere nei ‘270 minuti dal termine e con la speranza che Reggiana ed Entella cadano nel “pozzo” dei punti persi.

Certa è una cosa. I bianconeri dovranno dimenticare la prova non dignitosa messa in campo contro una Lucchese povera di idee e che ha trovato il gol dell’anno con l’ex Panico dopo una nitida e formidabile rovesciata. Ciò che produce una certa orticaria è il fatto che le pantere rossonere non avevano più nulla da chiedere a questa stagione, ma anche i padroni di casa si sono mossi con appoggi incongrui, lanci imprecisi e poi, la dissennata pretesa di bailar senza trovare la porta se non una scheggiata di Stiven Sphendi.

Vi è attesa con un’ansia che per una volta non è enfatico nè esagerato definire spasmodica la partita in casa del San Donato Tavernelle, squadra che lotta per evitare i play-out e che desidera con generosa sicumera tenere banco per rimanere in serie C. Il cavalluccio è dunque chiamato alla prudenza e alla riflessione per cercare quantomeno di arrivare al secondo piano. E lo deve fare senza inscenare tattiche da non far chiudere occhio ai tifosi al seguito. E, sì, perchè sabato pomeriggio al Manuzzi i ragazzi di “Mimmo” hanno perso sul piano tecnico-tattico e diventa sempre più difficile ottenere lan plein senza un perno di riferimento che propone l’avanzare degli esterni e sappia dare agli attaccanti i giusti rifornimenti.

Per vincere a due passi da Firenze, serve un Cesena stilistico che sappia al meglio spendere le proprie energie senza essere incosciente e perverso.
Tirando le somme di quanto avvenuto finora, questo si può dire: con molta più organizzazione contro squadre abbordabili oggi a 3 giornate dal termine si sarebbe messa sul trono di un campionato facile, facile, la corona del Re alla Romagna bianconera.

E qui il paradosso è sempre di casa da tempo, con investimenti fin troppo onerosi per quella, speriamo di no, che non sia solo la vittoria di una “cannuccia” per la Coca Cola, ma il ritorno in serie B…, basterebbe contare gli abbonati!

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Luigi Rega

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini

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