Prima di entrare nel merito specifico relativo alla “Nuova Moschea” in costruzione a Strasburgo è bene ricordare che in tale città, cinque anni orsono, in occasione dei “mercatini di Natale”, nella zona del Christkindelsmärik, esattamente l’11 dicembre del 2018, ci fu un grave attentato di matrice islamica che portò alla morte 5 persone e causò 11 feriti.

Da allora ad oggi l’integrazione non è stata certamente cosa facile!

Ma nonostante difficoltà e tensioni nelle “banlieue” i lavori di “edificazione” della più grande moschea d’Europa non hanno avuto sosta alcuna. Trattasi di un progetto stimato in 32 milioni di euro, esteso su 10 mila mq., con un centro culturale, un centro di ricerca, sale conferenze e un museo, una sala di preghiera per 3000 fedeli e uno spazio esterno per 2500 persone. Il tetto è sovrastato da 28 cupole e l’altezza per i minareti è prevista di 44 mt.

Attualmente l’opera si trova al 60% della sua realizzazione ed è finalizzata quale “opera” che integra tradizione e tecnologia moderna.

Il sito ufficiale recita: “La moschea farà rivivere l’arte architettonica ottomana in Europa.

La costruzione fa capo alla Confederazione Islamica Milli Gorus, molto legata al Presidente turco Erdogan e nota per le sue posizioni islamiche conservatrici e radicali. Tale Ente gestisce la Moschea a Milano, in via Maderna.

Sembra inoltre che tra i finanziatori della moschea di Strasburgo, che ospita già 20 centri di culto per islamici, ci sia anche il Qatar. Forse per questo la Confederazione è già nella “black-list” del Governo tedesco.

L’europarlamentare leghista, Silvia Sardone, in merito a tale opera, ha dichiarato: “In un momento di pericolo per tutta Europa per un estremismo islamico sempre più forte, preoccupano nuove grandi strutture di questo tipo in cui non sono chiare le posizioni degli Imam e i contenuti dei sermoni.

Si ricorda che oltre a tale progetto in esecuzione, Strasburgo ospita un “campus universitario musulmano”, il primo nel suo genere in tutta Europa.

Il Direttore Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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