Il Consigliere regionale del Veneto Stefano Valdegamberi, utilizzando i social, ha scatenato una vera e propria bufera in merito ad una dichiarazione del tutto inopportuna sull’abbigliamento di Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, la ragazza assassinata dall’ex fidanzato Filippo, legandolo, a suo dire, a quanto da lei affermato durante l’intervista dei giorni scorsi.

Quella felpa con certi simboli satanici aiuta a capire molto… Spero che le indagini facciano chiarezzaHo ascoltato a Dritto e Rovescio le dichiarazioni della sorella di Giulia. Posso dire che non solo non mi hanno convinto per la freddezza e apaticità di fronte a una tragedia così grande, ma mi hanno sollevato dubbi e sospetti che spero i magistrati valutino attentamente – “Società patriarcale?? Cultura dello stupro?? Qui c’è dell’altro? Basta andare a vedere i suoi social e i dubbi diventano certezze. Il tentativo di quasi giustificare l’omicida dando la responsabilità alla ‘società patriarcale’. Più che società patriarcale dovremmo parlare di società satanista, cara ragazza. Sembra una che recita una parte di un qualcosa predeterminato e precostituito. Forse mi sbaglio ed è solo la mia suggestione – Mi sembra un messaggio ideologico, costruito ad hoc, pronto per la recita!”

Parole molto dure e apprezzamenti difficili da accettare, soprattutto quando rientrano in un contesto politico ed espresse da un politico!

Non a caso il Presidente della Giunta Regionale del Veneto, Luca Zaia, ha ritenuto opportuno fare alcune precisazioni in merito a tali affermazioni, sottolineando: “Ho avuto modo solo in questo momento di leggere quanto scritto dal consigliere regionale Stefano Valdegamberi, nelle sue pagine social. Sono parole dalle quali mi dissocio totalmente, nei concetti espressi e nelle modalità. Penso che sia il momento del dolore e del suo rispetto, non certo quello di invocare l’intervento di magistrati sulle dichiarazioni personali della sorella di una ragazza che ha perso la vita in questo modo tragico. Siamo tutti chiamati a una riflessione profonda, intima, e soprattutto a combattere ogni forma nella società di violenza sulle donne. Giulia è la 105esima vittima innocente in questo Paese; c’è un grande lavoro da fare per formare l’intera comunità; ben venga il lavoro nelle scuole, sulle nuove generazioni e sull’intero strato sociale.”

La stessa “Lega ha smentito alcune affermazioni degli “oppositori” che avevano dichiarato Valdegamberi quale esponente del partito, asserendo: “Stefano Valdegamberi non è iscritto alla Lega e non è mai stato un militante della Lega.

Al PD invece non è sembrato vero compiere la sua “opera denigratoria” e il Capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale del veneto, Vanessa Camani ha affermato: “Nel pieno di una tragedia come quella che ha investito la famiglia Cecchettin, è indegno che un rappresentante delle istituzioni, come dovrebbe essere il Consigliere Regionale Stefano Valdegamberi, si esprima con farneticazioni che mettono sotto accusa la sorella di Giulia.”

Stefano Valdegamberi intervistato da Adnkronos, ha tenuto comunque a precisare: “Il mio commento? Mi sono espresso nei confronti di una persona, la sorella di Giulia Ceccherin, che ha praticamente scagionato il vero colpevole dell’omicidio, mettendo invece la croce addosso a tutti noi, ai maschi. Ma io non mi sento né colpevole, né un mostro. Io non credo che si possa dire che è un fatto sociale, le responsabilità sono individuali, casomai dobbiamo porci il problema della mancanza di valori, in famiglia, ad esempio. Alcuni prendono a modello pure i rapper che incitano alla violenza. E molti pensano che in questa società tutto è dovuto, che si possa fare tutto. E questo non è solo un problema del maschio. Non è difficile vedere qual è il suo mondo. Sui social lei mostra immagini raccapriccianti, allusioni sataniche, persone ritratte sanguinanti e seghe elettriche… e allora mi domando come si possa salire su un piedistallo e fare la lezioncina al maschio, ma forse sono io che sono all’antica.

A cura di Pier Luigi Cigoli – Foto Imagoeconomica 

 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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