Fdi: Meloni, noi al 23,8%, per questo non vogliono votare
“Ecco perché le stanno tentando tutte per evitare di tornare subito al voto…”. Lo scrive sulla sua pagina Facebook Giorgia Meloni, postando un recente sondaggio di Swg che dà Fdi al 23,8 per cento. “Ecco spiegato perché la sinistra ha così paura delle elezioni”, si legge nel post dove campeggia una foto della leader di Fdi accanto alla recente rilevazione.
“Dalle dimissioni di Draghi ad oggi sono successi due fatti politici clamorosi. Le manifestazioni e gli attestati di supporto al governo Draghi affinché possa restare in carica: oltre 1600 sindaci, la società civile, gli imprenditori, la comunità finanziaria e quella internazionale. Il direttivo della Camera del gruppo M5S, oggi partito di Conte, ha espresso la volontà di votare la fiducia al governo Draghi, al di là della volontà dei vertici”. Così il ministro Luigi DiMaio durante l’assemblea congiunta di Insieme per il Futuro.
E’ iniziato il vertice del centrodestra di governo a Villa Grande. A pranzo, ospiti di Silvio Berlusconi, il segretario leghista Matteo Salvini, i capigruppo Lega Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, il coordinatore nazionale di Antonio Tajani, e i capigruppo azzurri Paolo Barelli e Anna Maria Bernini, il presidente di NcI Maurizio Lupi, Lorenzo Cesa a Antonio De Poli per l’Udc
“Abbiamo parlato della questione del governo, visto che siamo il Paese ospitante delle prossime Olimpiadi e Paralimpiadi invernali e dei prossimi Giochi del Mediterraneo. Non facciamo politica, ma in questo momento di congiuntura internazionale, con la crisi economica e la guerra, le dimissioni di Draghi sono viste con forte preoccupazione dalla comunità internazionale”. Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, nel corso della conferenza stampa post Giunta Nazionale. “Ho sentito Draghi domenica pomeriggio e gli ho detto che il mondo dello sport è con lui. Nei prossimi mesi ci sarebbe incertezza, se saltasse il governo cambierebbero tante strategie. E questa incertezza non fa piacere”.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi si è recato stamane al Quirinale per incontrare il presidente Mattarella.
“Le dimissioni di Mario Draghi da presidente del consiglio italiano dopo una spaccatura nel suo governo di unità nazionale annunciano una maggiore incertezza politica anche se venissero evitate le elezioni anticipate”. Lo afferma l’agenzia di rating Fitch in una nota. “Le implicazioni di breve termine per la politica economica e di bilancio dipendono dagli esiti politici, ma è probabile che le riforme strutturali e il risanamento di bilancio diventino più impegnativi”, aggiunge.
“I consumi rallentano, l’inflazione cresce, il conflitto in Ucraina continua e preoccupa la prospettiva delle restrizioni monetarie. In questo contesto, la crisi politica rischia di ripercuotersi pesantemente su quella economica. Serve, invece, la guida di Draghi e un’azione di governo sempre più efficace per gestire al meglio le risorse del PNRR, la legge di bilancio e le riforme strutturali che il Paese attende”. E’ quanto afferma il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, commentando i dati sulla congiuntura diffusi stamattina dalla Confederazione.
“Ieri sera abbiamo superato le1500 firme, siamo quasi a 1600” per l’appello dei sindaci al premier affinché rimanga in carica, e “probabilmente arriveremo a 2000 prima del discorso del presidente Draghi al Senato”. Così Dario Nardella, sindaco di Firenze, in collegamento con Omnibus su La7. “C’è un’adesione larghissima – ha aggiunto – che va da nord a sud, dal centrosinistra al centrodestra, e che nasce da una preoccupazione oggettiva, quella che noi viviamo ogni giorno sul territorio”. Per Nardella le tante firme dei sindaci sono” un dato sorprendente, mai vista una cosa del genere: evidentemente c’è un sentimento fortissimo”.
“All’assemblea dell’Anci sul Pnrr, il 22 giugno, ho espresso a nome di tutti i sindaci la forte preoccupazione per le fibrillazioni della maggioranza che si intravedevano già allora. In quella occasione chiesi ai partiti, entrati ormai da tempo in modalità campagna elettorale, di evitare che a pagare il prezzo del confronto politico fosse il Paese. Purtroppo non ci hanno ascoltato e ora, se la crisi non rientra, saranno guai per l’Italia”. Lo dice il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro, in un’intervista a ‘Repubblica’.
“Viviamo in una situazione di incertezza che non fa bene al Paese”. Così il governatore leghista del Fvg Massimiliano Fedriga in un’intervista a ‘Il Giornale’. “L’instabilità – prosegue – non porta mai cose positive, è quello che la Lega ha contestato più volte a Conte. Ha scatenato una crisi per un pretesto”.Verso Mario Draghi “nutro una grande stima, penso che abbia lavorato molto bene, anche sul piano internazionale per tutelare i nostri interessi internazionali grazie alla sua autorevolezza. La nostra volontà – aggiunge il presidente della Conferenza delle Regioni – invece è molto chiara: una maggioranza dove c’è il M5s è insostenibile, proprio per l’atteggiamento irresponsabile che hanno avuto”. Quindi se il M5s rientrasse in qualche modo nella maggioranza sarà la Lega a dire di no? “Lo faremmo – aggiunge Fedriga – a tutela di Draghi e dell’azione di governo, che sarebbe sempre minata dall’inaffidabilità dei Cinque Stelle, un partito che non ha votato la fiducia a un governo in cui ha i suoi stessi ministri”.
“Il Pd soffre della sindrome di Stoccolma. Ha eletto un avvocaticchio populista a ‘forte punto di riferimento’ progressista solo perché impressionato da tre sondaggi. Spero che questa vicenda apra gli occhi al Pd: M5s è stata una delle più grandi allucinazioni collettive di questo Paese. Una sciagura che sarebbe comica, se non avesse fatto danni gravissimi all’Italia”. Così il leader di Iv Matteo Renzi in un’intervista a ‘Il Giornale’.”Spero che chi insultava Italia Viva per aver cacciato Conte e favorito l’arrivo di Draghi si renda conto di ciò che abbiamo fatto”, aggiunge. “Non che mi dicano ‘scusa’, ma almeno mi dicessero grazie”.
A cura di Televideo – Foto Imagoeconomica