Era fatale che prima o poi si perdesse un incontro ufficiale contro la Germania, è la legge dei grandi numeri e quella del campo, dato che non si può negare il fatto che i tedeschi ci siano in questo momento superiori.

Conte e gli azzurri ci hanno provato ed è andata male, succede, così come succede di sbagliare un rigore; se poi ti arrabbi di più perché gli avversari ne hanno sbagliati tre su cinque, bisogna rimettersi a far di conto e ricordare che il sesto è stato tirato perché anche i tuoi errori sono stati tre su cinque.

L’Italia è andata oltre le previsioni di tutti, è stato fatto un buon lavoro ma, come altre volte successo, proprio le critiche a priori sono servite a compattare allenatore e squadra, il voler dimostrare di essere migliori di quelli dipinti da stampa ed opinione pubblica è stato uno stimolo in più e parecchio efficace, se poi il percorso si è interrotto prima della fine fa parte del calcio, da sempre.
Sul campo la Germania è parsa più forte, anche se non ha mai davvero dominato; certamente l’infortunio e la sostituzione forzata di Khedira ha dato una mano all’Italia, visto che il vecchio capitano teutonico Schweinsteiger è ormai la brutta copia del giocatore che fu, ma per andare oltre il novantesimo è servito il solito Buffon ed un regalo di Boateng in occasione della stupidata sul rigore causato.

Gli azzurri ci hanno provato, con l’organizzazione e l’orgoglio, hanno dato certamente tutto e devono essere soddisfatti di quanto fatto, poi da domani si ricomincia, con un nuovo allenatore, recuperando qualche infortunato e con qualche cambio, dato che chi arriva ha le proprie idee che andranno rispettate come quelle del CT uscente, o ci siamo già dimenticati di cosa si scriveva, e si diceva, solo tre settimane fa?

La storia del solco tracciato e delle parole a caldo lasciano il tempo che trovano; quando si è vinto si è seguita una via di continuità che ha portato a brutte figure, non ha ordinato il medico a Conte di firmare quattro mesi fa per il Chelsea perché era stufo di volere cose che osteggiava quand’era allenatore della Juventus, e se il tecnico leccese si è sentito solo vada a rileggersi la storia di qualche suo predecessore che, magari, europei o mondiali li ha vinti, scoprirà cose che non sa e avrà la conferma che c’è sempre da imparare.
Una cosa, per chiudere: ho rivisto i rigori e, Darmian a parte, chi li ha sbagliati degli azzurri è andato sul dischetto con una spocchia ed un atteggiamento di presunzione che spesso sono controproducenti, vero Pellè? Se fai lo “sborone” poi il pallone lo infili dentro il sacco e non fuori di un metro!

A cura di Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui