A due settimane dal Natale, la diffusione dei virus cresce, pronti a segnare un nuovo picco proprio verso la fine di dicembre. Per far fronte all’ondata di casi prevista per il periodo di festa, gli specialisti raccomandano la prevenzione vaccinale, una gestione mirata dei pazienti, nonché terapie sintomatiche e ricorso a farmaci specifici nei casi a rischio di evoluzione.

È previsto per il periodo natalizio il picco d’infezione da SarsCoV2, associato a quello dell’influenza e al raffreddore di stagione. Tra i sintomi, generalmente lievi e prevalentemente a carico delle alte vie respiratorie: rinite, tosse stizzosa, faringite, laringite e febbre. Mascherine, distanziamento e lavaggio mani restano le misure basilari di prevenzione della diffusione.

Covid, influenza, raffreddore e sindromi parainfluenzali hanno molti sintomi in comune. Nella maggioranza dei casi queste infezioni si risolvono senza necessità di trattamento con farmaci e assistenza medica. In alcuni casi, tuttavia, l’influenza e il COVID-19 possono comportare esiti gravi, in particolar modo per le persone anziane, i bambini e i soggetti immunocompromesi.

Sulla base degli ultimi bollettini rilasciati dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sulla stima della prevalenza delle principali varianti di SARS-CoV-2 circolanti in Italia, risulta che, nel nostro Paese, ci sia la co-circolazione di diversi ceppi ricombinanti riconducibili ad XBB e, in particolare (ma non esclusivamente) alla variante di interesse (VOI) EG.5, meglio nota come variante Eris.

A cura di Silvia Camerini – Foto ImagoEconomica 

 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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