L’inverno demografico italiano si fa sempre più freddo. Nel 2020, il Belpaese si è confermato nella ‘zona retrocessione’ della classifica Ue per indice di fertilità. Il tasso di nascite medie si è attestato a 1,24 per ogni donna italiana, a fronte di un tasso medio Ue pari a 1,5. Anche il Vecchio Continente si conferma sempre meno fertile, con un tasso di nascite in continua diminuzione dal 2008, quando in tutta l’Ue sono nati 4,68 milioni di bambini, ad oggi. Nel 2020 il numero di neonati europei si è attestato a 4,07 milioni.

In Italia si è registrato il terzo livello più basso di fertilità dopo Malta (1,13) e Spagna (1,19). Al contrario, il tasso più elevato si è registrato in Francia, con 1,83 nati per donna, seguita da Romania (1,80), Repubblica Ceca (1,71) e Danimarca (1,68). I dati emergono dalle ultime rilevazioni sul tasso di natalità curate dall’Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Ue.

Il tasso di fertilità totale si è attestato a 1,50 nati per donna nell’Ue nel 2020” e questo rappresenta sia “una piccola diminuzione rispetto al recente picco del 2016”, quando il tasso era di 1,57, ma anche “un aumento rispetto al 2001”, quando il tasso era di 1,43. Il tasso più alto di fertilità totale dall’inizio della raccolta dei dati aggregati su base Ue è stato di 1,57 nel 2008, 2010 e 2016. Negli anni intermedi, invece, il tasso ha oscillato tra 1,51 e 1,57.

Eurostat ha evidenziato che la quota di bambini nati da madri straniere, sia provenienti da altri Stati membri dell’Ue che da Paesi non Ue, è in crescita nell’Ue dal 2013 e che nel 2020 si è attestata al 21%. Questa percentuale “differisce significativamente tra gli Stati membri”, ha spiegato Eurostat.

“Nel 2020, il 64% dei bambini nati in Lussemburgo era da madri di origine straniera, mentre a Cipro la quota era del 39%. In Austria, Malta e Belgio, la quota era di circa un terzo”.

All’altra estremità della scala, nove Paesi avevano meno del 10% di bambini nati da madri straniere, con le quote più basse registrate in Bulgaria, Slovacchia (entrambe al 2%) e Lituania (3%), ha concluso l’Eurostat.

A cura di Elena Giulianelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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