Le ferie sono quasi terminate e così la politica torna ad essere protagonista in mezzo al coronavirus.
La partita Governo-Parlamento si sta infatti giocando a colpi di fiducia, basti pensare che in meno di 48 ore l’Esecutivo ha posto la mozione sul dl Semplificazioni e sulla proroga dei servizi segreti.

Eppure il diritto costituzionale insegna che il voto di fiducia dovrebbe essere una circostanza eccezionale e non una qualunque prassi per velocizzare l’iter di approvazione dei decreti e ridurre il dibattito parlamentare.

I due voti di fiducia non a caso hanno scatenato proteste e malcontento tra deputati e senatori, soprattutto tra gli esponenti del Movimento 5 Stelle che, per la prima volta, hanno apertamente protestato contro il Governo Conte. D’altra parte anche i partiti all’opposizione contestano il largo utilizzo della fiducia, un “trucchetto” che in più occasioni ha calpestato il Parlamento a discapito dei decreti che mai come oggi gli italiani chiedono soprattutto nella sostanza economica.

Le critiche al massiccio utilizzo del voto di fiducia non sono una novità per il presidente del Consiglio che già in passato è stato in bilico, verso una vera e propria caduta libera, ma stavolta a protestare contro il Governo è la stessa maggioranza che lo sostiene: l’emendamento sui servizi segreti non va giù ai deputati pentastellati, che dopo la proposizione della fiducia hanno reagito con una veemenza tale da causare la sospensione della seduta. Ed oggi arriva la notizia di un altro voto di fiducia, stavolta sul testo del dl Semplificazioni la cui scadenza è fissata al 14 settembre 2020.

Che il Governo Conte sia sull’orlo di una crisi è ormai evidente e l’utilizzo della fiducia – anche se in parte giustificato dall’emergenza sanitaria – contrasta sia con la prassi della nostra costituzione che con il buon gesto di fare politica in questo Paese, dato che l’emendamento contro la proroga dei servizi segreti che ha scatenato la reazione dell’Esecutivo è stato proposto da una pentastellata e firmato da altri 50 esponenti del Movimento a cui Giuseppe Conte e gran parte del Governo appartengono.

Nel frattempo Luigi Di Maio, prova di moderare i toni e ricompattare i rapporti con la maggioranza, anche se la situazione appare compromessa e non si esclude che il voto di fiducia di questo pomeriggio possa causare una frattura all’interno dei grillini.

Ma accanto allo spettro della fiducia, il cui esito non è affatto scontato, per il Movimento si affaccia anche il periodo di incassare una clamorosa sconfitta al referendum, sul taglio dei parlamentari visto che il fronte del “NO” sembra rafforzarsi di giorno in giorno e che anche lo stesso Silvio Berlusconi con la Lega e Fratelli d’Italia abbia già fatto capire ai propri elettori il suo pensiero democratico.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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