La Bibbia e il Corano sono due testi sacri di importanza fondamentale per le religioni cristiana e islamica. Sebbene entrambi siano considerati fonti di rivelazione divina, ci sono alcune differenze tra di loro che vanno oltre la loro origine storica e geografica. Mentre la Bibbia è composta da due parti principali, l’Antico e il Nuovo Testamento, il Corano è un unico testo diviso in 114 capitoli. Inoltre, i due testi differiscono anche nel loro contenuto, con la Bibbia che si concentra maggiormente sulla narrazione storica e la profezia, mentre il Corano si concentra di più sulla morale e sulla guida spirituale.

A seguito della tragedia del 7 ottobre 2023 e del “vile” attacco di HAMAS allo Stato di Israele, mistificato nella sua fase inziale, quale atto di rivendicazione del popolo palestinese, dopo attente considerazioni emerge che tale “atto terroristico” trova una sua identità nelle volontà di coinvolgere l’intero occidente nell’ambito della FEDE ISLAMICA.

Hanno preparato con cura, due anni di “lavoro” questa infamia, ben supportati finanziariamente non solo dal Qatar ma da altre Organizzazione arabe e da capitali ingenti pervenuti dall’America a loro sostegno, si parla di milioni di dollari!

I “terroristi” di Hamas sono stati ben preparati a tale “massacro” e, anche da quanto letto nel manuale trovato nei loro zaini, indottrinati e motivati ad uccidere secondo quanto scritto nei “versetti” del Corano, con l’applicazione dei dettami riportati e così hanno fatto. Inutile ripetere il loro crimini.

In questi anni si sono anche premurati di creare in Occidente tutti i punti di riferimento e quelli che, per comodità politica, vengono definiti “cani sciolti”, “lupi solitari” sono cellule ben preparate che a chiamata, compiono atti terroristici nei nostri paesi eludendo le “intelligence” che di loro dovrebbero occuparsi

Trattasi pertanto di una vera “Guerra Religiosa”: Islam contro Cristianesimo, una guerra che dovrebbe essere valutata diversamente dagli abituali schemi di quella che definiamo “Democrazia”

Non si tratta di combattere contro uno o più Stati riconosciuti, gestiti da un Governo e con un regolare esercito che combatte ma nel rispetto delle regole, siamo di fronte a veri “assassini” a “tagliagole” che in nome del loro Dio, non hanno rispetto alcuno della vita altrui mente i loro capi vivono nel lusso e ben lontani dalle zone dove si compiono attentati e massacri.

Tali “terroristi”, tali “bestie umane” non meritano rispetto alcuno e, anche se la pena di morte è stata abolita, (in Italia dal codice militare nel 1994) in certi casi, come questo, dovrebbe essere reintegrata con la fucilazione, per evitare che restino “cellule attive” in un prossimo futuro e pensare di “reintegrare” tali assassini è pura ipocrisia!

Ora, se mai dovessimo accettare che la loro “missione” è dettata dal Corano, perché non rileggiamo il “Libro dei Libri”, la Bibbia, dettata dal Dio dei Cristiani ai suoi profeti e non applichiamo la Sua legge come indicato anche nel Libro di Giobbe e come confermano gli apostoli e Gesù stesso: “la vita dell’uomo sulla terra è una milizia”.

Nella Bibbia, fra le diverse espressioni irate ed esasperate che invocano la vendetta di Dio, tre sono perfettamente legate a tale problema come irrogazione di una “pena altrettale” rispetto al delitto commesso; dal punto di vista descrittivo e applicativo bastano questi tre brevi passi della Tôrā́h, che riporto integralmente, per esplicitarne il peso.

Es 21 – Ma se segue una disgrazia, allora pagherai vita per vita: occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido.

Lv 24 – Se uno farà una lesione al suo prossimo, si farà a lui come egli ha fatto all’altro, frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si farà la stessa lesione che egli ha fatto all’altro.

Dt 19 – Il tuo occhio non avrà compassione, vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede.

Se la natura della pena vendicativa sancita e da irrogarsi nei singoli casi voleva costituire un deterrente a delinquere, bisogna constatare che si tratta d’un intento dai risultati assai opinabili, come lo dimostrano, da una parte, la plurisecolare applicazione di quel principio, tutt’oggi ancora in vigore in alcune parti del mondo, sotto forma di pena di morte, come in Cina, Bielorussia, India, Giappone, Corea del Nord, Iran e in alcuni stati degli Stati Uniti d’America; altrove poi imperversa a conclusione di procedimenti di tortura e mutilazione, come accade nella barbarie talebana e, più in generale, nella macabra e opprimente follia dell’integralismo islamico, tanto che la morte diventa augurabile liberazione.

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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