Lo spazio è un posto buio e freddo, ma certo non è vuoto. E neanche silenzioso, a differenza di quanto si potrebbe pensare. Il buco nero al centro dell’ammasso di galassie Perseo, per esempio, è in qualche modo associato al suono sin dal 2003: i ricercatori allora scoprirono che l’attività del buco nero poteva essere tradotta in una melodia, capace di rivelare importanti dettagli sulla vita del corpo celeste.

Siamo nel pieno della Settimana dei Buchi Neri, e non c’era forse migliore occasione per pubblicare la nuova traduzione in musica del buco nero dell’ammasso di Perseo.

Il suono dei buchi neri
Gli astronomi hanno pensato per la prima volta di sonorizzare il buco nero al centro dell’ammasso di Perseo, tra gli osservati speciali del telescopio orbitale Chandra, quando si sono accorti che le onde di pressione emanate dal buco nero producono delle increspature nella nube di gas incandescente della galassia.

Quelle increspature potevano essere tradotte in musica, ma la nota emessa dal buco nero era troppo lontana dallo spettro dei suoni udibili dagli umani per poter essere ascoltata. La prima “sonificazione” risultò in una nota che era 57 ottave più bassa del Do centrale di una normale tastiera.

Finalmente però abbiamo una nuova traduzione in musica del suono di Perseo, ed è diversa da tutte le altre: “In questa nuova sonificazione di Perseo, sono state estratte le onde sonore allora identificate dagli astronomi, che sono state rese udibili per la prima volta”.

A cura di Claudio Piselli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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