Società bruciata, senza via di ritorno? Non siamo lontani da questa inconcepibile realtà. Le famiglie, i genitori si vestono da giovani, mentre i figli da straccioni, senza più regole certe.
La scuola dei banchi a rotelle ha forato nell’educazione comportamentale a cominciare dalla prima elementare, figuriamoci negli istituti superiori dove dilagano gli incappucciati che non sono frati, monaci, ma l’identità di apparenza alle baby gang.
Ed infine lo Stato che continua ad essere assenteista anche quando dalle forze dell’ordine ci sono papiri di denuncia per stalking.
In questo triangolo diseducativo dobbiamo aggiungere i social che sono strumenti bensì più pericolosi dei botti di capodanno. Il dilagare della delinquenza organizzata e giovanile pare trovare sfogo nel letto dell’-autolesionismo, nel provare piacere nel fare dolore altrui, nel sentirsi soli e in gabbia.
In questo scenario così malinconico e non accettabile si rischia che il modello giovanile continui a sviluppare odio e a ritrovarsi dentro quel titolo poetico mai così dominante in questo periodo sociale; mi riferisco a: uno, nessuno, centomila.
L’Italia prima di entrare in Europa, di fare arrivare migranti nelle dislocate regioni, dopo la morte di Ghedaffi, sta pagando un prezzo altissimo, che nessuna politica, se non autoritaria, sarà in grado di debellare.
Oggi diamo la colpa al Covid dell’auto distruzione dei nostri giovani senza regole e senza un futuro. In parte può essere che il male venga dal contagio del virus della solitudine, ma esistono strumenti culturali che posso aiutare alla guarigione e alla crescita, ad esempio un buon libro, lo sport, la musica, la condivisione nei centri parrocchiali, i parchi, il mare, i viaggi.
Dobbiamo uscire anche dal dogma che se nostro figlio va bene a scuola banalmente non avrà successo con le ragazze. E dobbiamo negare quel clic in più al suo cellulare per fargli capire che è solo una grande illusione e non la vita quotidiana. Noi adulti non possiamo mai piegarci al solo consenso contemporaneo, è come accendere un fuoco pericoloso.
Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto ImagoEconomica
