Gli italiani hanno votato, per una volta rispettando le previsioni, almeno per quanto riguarda le grandi linee su quello che è diventato il primo partito e sulla vittoria del polo di centrodestra; qualche scostamento c’è magari sui numeri, ma è da vedere quanto eventualmente potrà pesare un 1-2% di differenza.
Fratelli d’Italia è diventato il primo partito e la sua leader Giorgia Meloni chi presumibilmente avrà il mandato da Premier, prima donna italiana ad assumere tale funzione.
Come al solito i commenti politici non sempre sono in linea con i numeri, visto che anche questa volta si esulta tra i vincitori, mentre non tutti si sono accorti di avere perso; anche nel resto del mondo c’è chi esulta e chi non lo fa, ma anche in questo caso dov’è la novità?
Volendo si potrebbe dire che il “bello” viene adesso, perché governare è ben diverso dal fare opposizione, così come andrebbero rispettate le promesse, cosa che in Italia è avvenuta raramente e cancellate nei fatti degli ultimi trent’anni, dove nessuno può affermare di non essersi trovato a governare.
Ancora una volta gli elettori hanno deciso di cambiare, cosa successa spesso negli ultimi tempi, dove la fiducia del Paese si è spostata dagli uni agli altri, seguendo chi urlava più forte, per accorgersi poi dell’insipienza totale degli eletti.
Ora tocca alla sora Giorgia, che ha vinto e quindi è legittimamente deputata a sedersi sulla tolda di comando e che sa benissimo, lei per prima, di quanto la cosa sarà dura, ma come dire …. Hai voluto la bici e adesso pedala!
Certo il momento non è dei migliori, tra Covid, guerra, problemi economici in aumento e sempre più difficili da contenere; poi ci sono le questioni politiche, una maggioranza da mantenere e che, a naso, rappresenterà la parte più impegnativa per chi guiderà il nuovo governo.
Essere il primo partito è gran cosa, ma per governare occorrono alleanze con chi nei fatti proprio tanto contento non è; questa è sempre stata la realtà italiana, con il coltello tenuto per il manico da chi magari valeva un 1%, insignificante solo nei numeri, ma non nei fatti.
Ora non resta che attendere i fatti, augurandosi che davvero questi siano per il bene del Paese, senza pensare che tutto sia attuato dall’oggi al domani, ma una cosa è la lentezza, un’altra il nulla!!!
Ci siamo abituati all’essere presi in giro, persino al cambiare per peggiorare, ma è ora che la politica smetta di essere una cosa a se stante, perché c’è un dato sempre ignorato ma sempre più significativo: la progressiva diminuzione di chi si reca alle urne; il 63,9% di votanti non è gran cosa, specie raffrontato con il precedente dato: 73,01% e se si può pensare che un quasi 10% sia insignificante, vuol dire che siamo messi davvero male, specie in quelle che sono le persone alla guida dell’Italia.
Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Imagoeconomica