Questo piano non convince: la Germania ha espresso una serie di perplessità in merito al piano di salvataggio di Mps e più in generale riguardo al famoso scudo statale da 20 miliardi attivato sul sistema bancario italiano.

Secondo lo stato tedesco non si possono assolutamente utilizzare dei fondi pubblici per salvare istituti “decotti”.

Intanto, come riportato dal Sole 24 ore, sarebbe stato fatto un ulteriore passo avanti da Francoforte, attraverso la richiesta dalla Vigilanza Bce di un aumento di 8,8 miliardi a carico dello Stato (4,5 miliardi) e gli altri 4,3 degli obbligazionisti, con circa 2 miliardi rimborsabili però sempre dallo Stato ai bondholder retail.

Nel frattempo, in Borsa regna il caos sui titoli dell’istituto senese e non solo: Unicredit, ad esempio, ha già annunciato l’aumento da 13 miliardi. E poi si cerca ancora una soluzione per le 4 good bank, Banca Marche, Popolare Etruria, Cassa di Risparmio di Cesena, Cassa di Chieti e le “venete”, Veneto Banca e Popolare Vicentina che “discutono” con Carige.

Una situazione tutt’altro che stabile dunque e questo ha portato il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, a commentare che “per le misure decise dal governo italiano le banche devono essere finanziariamente sane a livello core. I fondi non possono essere usati per coprire le perdite che sono già previste”. Insomma per Weidmann le regole europee “servono per tutelare i contribuenti e dare responsabilità agli investitori. I fondi statali sono come ultima risorsa”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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