La categoria sociale da proteggere oggi, purtroppo sono i giovani. Non lo dicono solo i tantissimi ragazzi sottopagati, sfruttati , o peggio senza lavoro, ma i dati Istat.
Alla faccia di quelli che sostengono che i ragazzi di oggi non vogliono lavorare e preferiscono restare a casa fino a 40 anni, venendo etichettati con il non molto piacevole di “mammoni” o “bamboccioni”.
Peccato che quando c’è, il lavoro viene sottopagato ed ecco perchè tanti giovani fuggono da questo paese, cercando all’estero una maggiore stabilità economica che realmente è presente, oppure stanno in casa, non perchè lo vogliano davvero, ma quanto perchè il lavoro non c’è o non viene pagato.

In Germania un semplice operaio guadagna il 34% in più rispetto che nel nostro paese, in Svizzera il 27%.
Inoltre all’estero, al contrario che in Italia, i laureati vengono davvero valorizzati con posti e responsabilità importanti; è chiaro che c’è una selezione, ma chi merita davvero viene premiato e non sfruttato con contratti precari e sottopagati quando va grassa.

I dati Istat dicono che nel 2016 i laureati a lasciare l’Italia per spostarsi all’estero sono stati 25 mila, il 9% in più dello scorso anno.
Nella decade appena trascorsa, sarebbero stati in 200 mila laureati, i più provenienti dal sud Italia, a scappare all’estero, provocando una perdita allo stato per oltre 30 miliardi, e non sono dati inventati, ma statistiche del nostro istituto nazionale per la ricerca.

Le statistiche dicono che per fascino, opportunità e valorizzazione del titolo di studio, il paese preferito nel quale i giovani migrano è il Regno Unito scelto dal 21,6%, seguito dalla Germania (16,5%), dalla Svizzera (9,9%) e dalla Francia (9,5%).

Continuando di questo passo dall’Italia ci sarà la più grande fuga di cervelli mai vista.

A cura di Giacomo Biondi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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