A Milano sentire di persone sfrattate dal Comune per inadempienza d’affitto è ormai una cosa abituale che non dovrebbe più nemmeno stupire.
Eppure fa effetto ogni volta raccontare storie come queste, soprattutto una in particolare che mi ha particolarmente colpito.

Orea è il nome della persona in questione: ha 93 anni, detiene l’invalidità civile al 100% e da anni è in sedia a rotelle. Suo figlio, Daniele, 68 anni è molto malato e i pochi soldi che entrano in casa vengono spesi per curare la sua malattia.
Il Comune di Milano, ben consapevole della situazione eppure senza scrupoli, anche se nella legalità certo, a chiedere l’affitto che però l’anziana signora con il figlio non potevano permettersi di pagare, fino a che non è arrivato l’avviso di sfratto.

I due malcapitati sono stati costretti ad abbandonare l’appartamento occupato da circa un anno senza poter pagare viste le condizioni di povertà in cui riversavano, rinunciando, di fatto a tutto quello che avevano.

“Milano abbandona i suoi figli, anche alle porte dell’inverno con il gelo che comincia a infilarsi nelle ossa la risposta è sempre la stessa: nessuna”, denunciano dal comitato, che sottolinea come “in città ci siano diecimila case popolari vuote e ottantamila abitazioni private sfitte.“

Questo è solo uno tra i tanti casi di abbandono da parte del comune nei confronti di persone meno fortunate, che però al contrario di altre aiutare le quali rappresenta un business, non portano introiti, anzi sono solo un peso per lo Stato che le abbandona.

A cura di Giacomo Biondi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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