E’ considerato uno dei più grandi giocatori della storia del calcio mondiale, vincitore di due Palloni d’Oro, Beckenbauer è morto il 7 gennaio all’età di 78 anni. Una vita dedicata al Bayern Monaco prima da calciatore, poi da allenatore e infine da dirigente, nel 1990 da ct trionfò al Mondiale battendo in finale l’Argentina di Maradona.

Storica la partita contro l’Italia nella Coppa del Mondo del 1970 durante la quale rimase in campo con un braccio fasciato a causa di una spalla lussata.

Calciatore elegante e intelligente, Beckenbauer è stato capace di rivoluzionare il ruolo del difensore, in un’epoca in cui molti dei suoi colleghi si limitavano a contrastare gli attaccanti avversari. Un genio della difesa con una spiccata visione di gioco impressionante e una personalità unica nel gestire con i compagni di squadra il gioco che si snodava  attraverso le sue ispirazioni individuali.

Nato l’11 settembre 1945 tra le rovine della Germania del dopoguerra, figlio di un direttore dell’ufficio postale, Beckenbauer arrivò al Bayern nel 1964, quando non aveva ancora 19 anni, e vi trascorse gran parte della sua carriera nel ruolo di libero dietro alla difesa.

Già nel 2023 si era parlato delle fragili condizioni di salute di Beckenbauer, che non era potuto andare in Brasile a dare l’ultimo saluto a un’altra leggenda del calcio, Pelé suo rivale, ma anche compagno di squadra nel Cosmos: “Mi piacerebbe farlo, ma purtroppo la mia salute non mi permette un volo così lungo. Accompagnerò con il cuore il mio amico nel suo ultimo viaggio”, aveva detto il “Kaiser”.

Ultimo ricordo, ancora stampato nelle menti di molti, FRANZ in campo a Cesena alla Fiorita, dove il grande Bayern Monaco era reduce vincitore della Coppa dei Campioni, ma fu fermato in amichevole sull’1-1 dal Cesena.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Getty Images 

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini

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