Il “cane a sei zampe” o le “sette sorelle”. Ecco la sintesi della vita e della morte di Enrico Mattei (Acqualagna, 29 aprile 1906 – Bascapé, 27 ottobre 1962). Cinquantanove anni dopo, un giallo ancora irrisolto e una sola verità: era scomodo a molti. Il 27 ottobre 1962 precipita l’aereo bimotore con il quale viaggiava il presidente dell’Eni. Morirono tutti: il dirigente, il pilota e un giornalista del settimanale Life. Prevarrà (ma solo nel 1994) la pista dell’attentato. Sui mandanti, tante ipotesi ma nessun colpevole accertato. Di certo l’incidente fermò il «corsaro» dell’industria italiana che aveva osato sfidare le “Sette Sorelle”. Bascapè. Un paesino di pochi abitanti.

Nell’antico territorio del Ducato di Milano, oggi Pavia, a tutti sconosciuto, se in quella notte non vi fosse precipitato quel piccolo ma importantissimo aereo. Bascapè, il suo nome deriva da Basilica Petri, l’antica chiesa pievana attorno alla quale si venne formando il paese.
Nacque sul Lambro che il Petrarca definì limpidissimo e forse proprio da questo trae l’origine antichissima del nome. Oggi il Lamber o il Lambar non è più così limpido.

Certo non furono trasparenti le indagini sul perché precipitò il velivolo su cui stava tornando a Milano da Catania, Enrico Mattei. Una morte significativa della vita politica italiana nella quale i misteri sono davvero troppi. Un contadino dichiarò che l’aereo era esploso in volo. Poi ritrattò. Solo nel 1997 – trentacinque anni dopo – si riaprirono le indagini che arrivarono dove molti sospettavano. Ad esempio, l’anello d’oro di Mattei e altri metalli a bordo, dimostrarono che erano stati investiti da una violenta deflagrazione! Così aveva scritto anche Pier Paolo Pasolini nel suo romanzo “Petrolio” del quale si dicono alcune parti siano sparite e che forse potrebbe essere stata la causa vera della sua morte, altrettanto tragica.

Enrico Mattei, imprenditore che per il suo ruolo nell’approvvigionamento energetico di un’Italia assetata di petrolio per il boom economico, poteva fare ciò che voleva nella politica italiana. Anche Mauro De Mauro, il giornalista scomparso ad opera della Mafia a Palermo nel 1970 e mai più ritrovato, citato poeticamente da De Gregori nell’album Rimmel, si dice avesse delle carte nuove sul caso Mattei, del quale si era occupato nei momenti della tragedia.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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