E’ stata aggiornata al prossimo 9 Maggio, l’udienza del processo a Patrick Zaki, che doveva tenersi oggi in Egitto.

“Speriamo che sia l’ultima”
Questa mattina lo studente egiziano, sotto processo in Egitto per diffusione di notizie false attraverso un articolo, aveva scritto sul suo profilo Facebook: “Oggi una nuova udienza, speriamo che sia l’ultima”.
Oggi doveva tenersi l’appuntamento giudiziario a Mansura, la sua cittĂ  natale situata sul delta del Nilo: si trattava della nona udienza del procedimento.

Patrick Zaki rischia cinque anni di carcere per diffusione di notizie false. Come previsto ieri dal capo della sua squadra di avvocati, la signora Hoda Nasrallah, oggi era prevista solo la presentazione di “atti della difesa”. Nella precedente udienza – lo scorso 29 Novembre – ai legali non venne concesso di portare a termine le loro arringhe difensive.

Il giudice monocratico, come noto, ha comunque il potere di pronunciare una sentenza in qualsiasi momento.
Il ricercatore e attivista per i diritti umani, a piede libero dall’8 Dicembre 2021 dopo 22 mesi di custodia cautelare passati in carcere con accuse piĂą gravi – legate a dieci post su Facebook ma informalmente accantonate – è sotto processo presso una Corte della Sicurezza dello Stato per i reati minori (o “d’emergenza”) della sua cittĂ .

Il titolo di accusa
Patrick, nel processo in corso dal settembre 2021, è imputato per un articolo del 2019 in cui prendeva le difese dei copti, la minoranza cristiana d’Egitto, sottolineando le sanguinarie persecuzioni dell’Isis degli anni precedenti e due casi di discriminazione sociale e giuridica. Pur libero, il 31enne ricercatore in studi di genere ha un divieto di espatrio e non può lasciare l’Egitto.

Il caso, assieme alla ricerca dei responsabili della tortura a morte di Giulio Regeni, ha una dichiarata rilevanza politica nei rapporti fra Italia ed Egitto.

Patrick Zaki ha riferito all’ANSA che nell’udienza odierna “per la prima volta in tre anni abbiamo avuto il tempo per rappresentare la nostra difesa”, circa “30 minuti per rappresentare tutto quanto fosse relativo al mio caso, dal primo giorno”.
I suoi legali hanno sostenuto “cosa c’è di sbagliato circa le accuse a mio carico, circa l’articolo che ho scritto. Abbiamo evidenziato che questo articolo rientra nella libertĂ  di espressione”, ha aggiunto Zaki. Patrick ha sottolineato che la sua avvocata principale, “Hoda (Nasrallah) oggi non ha solo difeso me, ma ha difeso il diritto di ogni avvocato di avere il tempo e la possibilitĂ  di parlare e di rappresentare la difesa del proprio assistito”.
“Oggi è andata alla grande. Speriamo finisca presto”, ha aggiunto Patrick ricordando che nella precedente udienza di novembre ai suoi avvocati era stato consentito di parlare “solo per cinque minuti”. “Oggi invece abbiamo avuto il tempo e la possibilitĂ  di rappresentare ogni punto della nostra difesa – ha insistito – è stata una grande opportunitĂ  e speriamo di avere qualcosa di buono alla fine, nella prossima udienza”.

A cura di Elisabetta Turci – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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