Tutti sappiamo quanto sia importante avere un palazzetto dello sport anche al coperto. Pensare che una volta non fosse così, perché gli sport al chiuso erano solo segmenti all’interno di spazi più ampi, dedicati per esigenze, preferenze o target più specifici e, senza le attuali normative in materia di sicurezza, i responsabili si arrangiavano come potevano.

Era comunque un bellissimo modo di cavarsela. Infatti, la pallacanestro italiana conserva nella sua storia quattro impianti che rappresentano altrettanti autentici monumenti. La “palestra più bella del mondo” è la Misericordia di Venezia, dove la Reyer, fondata il 16 novembre 1872, ha giocato fino al 1976 in serie A.

Un migliaio di posti al primo piano di un edificio del Cinquecento. Il campo era circondato dalle decorazioni che rappresentano le figure dei dodici profeti maggiori. Oggi, restaurato e riqualificato, è uno spazio polifunzionale per eventi di varia natura. Risale invece alla fine degli anni ‘80 l’inaugurazione della Sala Borsa di Bologna. All’interno, nella centrale Piazza del Nettuno, operavano gli agenti di commercio e, la sera, quello spazio si trasformava in palazzetto dello sport. Sul pavimento in maiolica erano montate le tribunette e, nella parte alta si utilizzavano due ballatoi a strapiombo, dove i tifosi ci battevano i pugni. Un po’ come avviene ancora oggi in molte palestre.

Fino al 1956, ospitava le partite della Virtus, poi è arrivato il più moderno PalaDozza di Piazza Azzarita con una capienza totale di oltre 5.000 posti numerati. Oggi, la Sala Borsa è una moderna e ampia biblioteca comunale con sale riservate anche ai convegni. A Varese, altra piazza storica della nostra pallacanestro, s’inventarono un palazzetto. Era all’interno della palestra dei vigili del fuoco che, dal 1945 al 1964, è stata la casa della squadra cittadina. Il campo dell’Ignis era al primo piano dell’edificio e, anche se per un solo giorno, è tornato al grande basket nel 2000 quando vi fu girato uno spot televisivo con Kobe Bryant.

Più recente la storia della pallacanestro Parini dove, dal 1956 al 1974, ha giocato Cantù. Duemila persone quasi tutte in piedi furono considerateil campo più caldo della serie A. Oggi, è ancora utilizzato per il basket e il volley. Il record di punti segnati in quella palestra lo fece nel 1980 Elia Codogno (Adriano Celentano) nel film “Il bisbetico domato”. Prestazione che nella finzione gli diede modo di unirsi in matrimonio con Lisa Silvestri (Ornella Muti). Questi ricordi dimostrano come il nostro amato basket, fino agli anni 70, si giocava anche in impianti del tutto particolari e insoliti.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Repertorio

Il Vice Direttore Ugo Vandelli

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