Durante l’udienza di oggi il procuratore aveva spiegato come nel caso di specie ricorrano tutti e quattro i requisiti per la non punibilità dell’aiuto al suicidio. L’esponente dei radicali: “Ho agito per la libertà di autodeterminazione”
Dj Fabo: l’incidente, il suicidio assistito, il processo a Cappato Eutanasia, suicidio assistito, biotestamento: ecco le differenze Fine vita, Marco Cappato assolto per la morte di Dj Fabo.

Il Tribunale di Milano ha assolto Marco Cappato, accusato di aiuto al suicidio per aver accompagnato in una clinica svizzera per il suicidio assistito Fabiano Antoniani, conosciuto come dj Fabo, rimasto cieco e tetraplegico dopo un incidente stradale, perché “il fatto non sussiste”. Un gesto “dettato da una motivazione di libertà”, aveva spiegato Cappato, presente in aula, parlando della decisione di aiutare dj Fabo. Dopo la lettura della sentenza, i presenti hanno applaudito.

I commenti alla sentenza
“Quello che posso dire è che Fabiano oggi mi avrebbe chiesto di festeggiare perché è una battaglia in cui lui credeva fin dall’inizio, forse per primo. È una battaglia per la libertà di tutti”, ha detto Valeria Imbrogno, la fidanzata di Fabiano. “L’assoluzione di oggi dà libertà alla libertà”, ha invece affermato Filomena Gallo, segretario dell’associazione Luca Coscioni. “La strada che abbiamo intrapreso era giusta fin dall’inizio – ha aggiunto Gallo sottolineando che – la politica è ferma su questi temi in quanto su fine vita ed eutanasia il Parlamento dal 2013 non fa alcuna legge”.
“C’è stato un passo in più verso la civiltà, non soltanto giuridica”, ha invece commentato l’avvocato Massimo Rossi.
Il procuratore aggiunto: “Penso di possa dare una legge a chi spera”
“È una sentenza davvero importante e penso che sulla scorta delle decisioni di questi e altri giudici si possa finalmente dare una legge a tutti quelli che sperano”, ha detto il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, che, insieme con ls collega Sara Arduini, ha rappresentato la pubblica accusa nel processo. La sentenza della Corte costituzionale al “principio di sacralità della vita sostituisce la tutela della fragilità umana”, ha affermato Siciliano questa mattina durante la sua requisitoria nella quale ha spiegato come nel caso di dj Fabo ricorrano tutti e quattro i requisiti, indicati dalla Consulta, per la non punibilità dell’aiuto al suicidio, per questo il magistrato aveva chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” per l’esponente radicale

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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