ENRICO LETTA SEGRETARIO DEL PD

Qualche decennio fa, insieme alla caduta del Muro di Berlino, c’erano in Italia, nella politica partitica del nostro Paese, scricchiolii che delineavano una nuova realtà: due schieramenti, uno di destra, l’altro di sinistra ed uno spostarsi di quello che era il centro, la vecchia Democrazia Cristiana, tanto per intenderci, che si disgregava nei suoi molteplici rivoli; l’ascesa al …. cielo …. del Cavaliere, che da imprenditore diventava Premier, con mire ancora più alte, vedeva nascere una nuova politica, non più fatta di dialogo, compromessi, mediazioni per arrivare ad una soluzione il più condivisa possibile, ma di delegittimazione, spallate, denigrazione dell’avversario.

Quello che ne è derivato è oggi sotto gli occhi di tutti e le giornate sfociate nella riconferma di Mattarella a Presidente della Repubblica, ne sono la triste realtà; personaggi senza arte né parte che “dovrebbero” guidare una nazione e non sono capaci di andare più in là dei personali interessi! Quanti dei leader politici del nostro Paese sono/sarebbero/saranno davvero in grado di guidare un Governo che dia legittimità all’Italia in Europa e nel resto del Mondo, ma anche solo nel nostro Paese?

E’ bastato vedere come si è andati al voto, di scrutinio in scrutinio per capire la “forza” dei nostri capi politici, magari non tutti, ma la maggior parte, che sembrano dei fenomeni quando a preparargli la tavola sono altri, ma certo un conto è lo staff che ti tiene aggiornato sui social e ti dice dove andare a dare la stoccata, che la gente ti applaude, ti osanna, un altro è quando invece sei tu che devi metterci del tuo, ed allora viene fuori tutta la pochezza, tutto il nulla di cui si è capaci.

Rieleggere Mattarella, potrebbe fare le fortune di qualcuno, o quantomeno soddisfarli, certo invece non è così per altri e pensare che alla vigilia, anzi da molto tempo, si aveva un’impressione delle cose assai diversa, con la sinistra disgregata, uno contro l’altro, non solo nella coalizione, ma all’interno degli stessi singoli partiti.
La destra invece appariva granitica nella propria unione, sì, con tre galletti tutti con le stesse mire di potere, ma apparentemente capaci di ritrovarsi uniti alla bisogna; cosa che queste lezioni presidenziali hanno smentito clamorosamente, o forse di clamoroso non c’è poi così tanto? Il Cavaliere che “sognava” il desco Presidenziale, non potendo incoronarsi imperatore, che lanciava la sua candidatura prima che intervenisse la famiglia a ricordargli carta d’identità ed acciacchi ….

Il caporal Matteo, uomo di cappa e spada, arrivato al voto senza un’idea, una strategia, capaci di ergerlo a paladino della destra; buono invece ad andare dietro a chiunque potesse fargli comodo in quel momento, persino il suo ex maggiordomo (o quello che lui riteneva tale), l’ex avvocato degli italiani, che un giorno si baciano e l’altro si scannano, giusto perché il loro meglio è tentare di fregare il prossimo, ma senza arte né parte, perché anche in quello occorre essere capaci, averne un’abilità a loro sconosciuta.
Poi c’è la sora Giorgia, ferrea nel suo incedere, così come nell’ergersi a paladina dell’idea che solo con lei si ha la certezza di avere un futuro, di essere nel giusto, dato che tutti gli altri, alleati compresi, sono poca cosa; il problema è che a fare la Giovanna d’Arco si rischia di finire …. al rogo, specie quando alle ambizioni non si accompagna identica capacità di guida politica, che sa andare al di là della retorica e delle chiacchiere da comizio elettorale.

A sinistra non è che siano meglio, ma per una volta si sono fatti furbi, Letta ha smesso di essere uno dei fratelli De Rege, (e non quello furbo), hanno lasciato agli altri di andare avanti lancia in resta, hanno lasciato che proponessero e, “suicidassero” i loro candidati, uomini o donne che fossero, compresa la signora Casellati, impallinata proprio dai suoi, anzi, dalle sue “colleghe” di partito, come a dire che di …. parenti serpenti …. se ne trovano ovunque, basta scavare un pochino.

Sinistra dunque che ha fatto quasi da cuscinetto, senza brandire la spada, ma stando ad osservare i litigi in casa altrui, limitandosi ad attendere il momento propizio per appoggiare il nome giusto, magari quello non voluto del tutto (ma solo perché quella pareva la volontà del diretto interessato), ma certo il meglio che si poteva trovare sulla piazza e dopo aver lasciato che altri facessero le pessime figure solitamente di loro appannaggio.
Alla fine sono i “centristi” ad aver avuto la meglio, con i Toti, i Renzi, persino i Mastella a gongolare per un piano che ha messo “presunti” alleati e “veri” avversari con le spalle al muro, mentre l’azzeccagarbugli ha dimostrato di non essere capace di fare il politico, o più propriamente, che ancora nessuno ha capito cosa davvero sia capace di fare, salvo il pavone!

Ci si aspettava, legittimamente, che al soglio presidenziale salisse una donna e se non è successo è proprio perché altre donne le hanno sbarrato la strada, così ci siamo ritrovati a dover sentire un nuovo “OBBEDISCO”, senza andare a Teano, senza dover salire a cavallo, ma certamente, questo sì, con il senso morale del bene dello Stato; può essere che Sergio Mattarella non sia il miglior politico possibile, ma se il resto è quello che abbiamo visto, non c’è che da augurargli lunga vita!

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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