I fischi, timidi, ma comunque udibili provenienti ieri dalla curva del Dino Manuzzi dicono tutto sulla prestazione del Cesena contro la Salernitana.
Uno 0-0 senza molto da raccontare quello di ieri sera, nel quale i bianconeri sono andati solo tre volte vicino al gol, due stoppati da due belle parate del portiere granata e una sciupata clamorosamente all’interno dell’aria piccola dove Ligi spara di potenza alle stelle un pallone arrivatogli quasi per caso, dopo una mischia.
Questo e niente più da raccontare, con una Salernitana che ha fatto la sua partita, sapientemente impostata da Sannino sulla difesa e ripartenza. I contropiedi sterili dei campani e gli zero tiri in porta effettuati dimostrano la modestia dell’avversario che pure è uscito dal Manuzzi con un punto e senza sfigurare.
Perchè? Perchè il Cesena non è più quello della scorsa stagione, veloce, imprevedibile, brioso e a tratti spettacolare. Questo sembra la sua versione più tight, solida e compatta dietro, evanescente, quasi inesistente in attacco.
Se infatti la difesa è stata rinforzata, quasi puntellata, dalla cintola in sù, le cose sono alquanto preoccupanti da metà campo in su.
Gli arrivi di Agazzi, Ligi, Pericone e il ritorno di Renzetti, rendono la difesa il migliore, al momento reparto della squadra.
I problemi partono dalla mediana.
A centrocampo è andato via Sensi, lusingato dalle sirene della Serie A, ed è arrivato Schiavone, teoricamente per sostituirlo. Peccato che i due giocatori abbiano caratteristiche diverse, tanto che sarebbero stati una coppia perfetta insieme, ma uno non supplisce l’altro.
Il nuovo numero 8 del Cesena, è un incontrista che ha tanta corsa e buona visione di gioco. Gli manca però l’estro, la fantasia di Sensi e un pò di personalità, come ha dimostrato ieri sera quando due volte avrebbe avuto l’opportunità di tirare e due volte ha preferito una soluzione più “comoda”, l’appoggio ad un compagno, perdendo l’attimo.
Inoltre il nuovo mediano bianconero, almeno per ora, non sembra riuscire a verticalizzare il gioco, preferendo spesso le linee orizzontali di dialogo oppure lasciando agli incursori di fascia il compito di creare pericoli. Risultato? La squadra dopo un pò è prevedibile e se si riesce ad intuire il gioco impostato dai bianconeri ( e ci si riesce), poi va in difficoltà.
Questo si ricollega ad un altro problema: un attacco con poca qualità.
Le partenze di Ragusa, Falco e Improta, non sono state adeguatamente rimpiazzate.
E’arrivato Di Roberto che non sembra nemmeno lontanamente paragonabile a Ragusa per qualità e incisività. Garritano fa quel che può, ma la qualità tecnica e la capacità di saltare l’uomo, non sono propriamente le qualità preferite del giocatore e per tanto Djuric da solo non può garantire un elevato bottino da gol, nonostante la sua crescita tecnica, a dimostrazione che l’attaccante ha lavorato molto nei fondamentali.
Resta solo Ciano e forse anche Vitale, a far dormire sogni meno preoccupanti alle divese avversarie, ma se loro mancano come ieri, allora sembrano dolori.
Mancano, inoltre, riserve all’altezza, pronte a far rifiatare i titolari, garantendo comunque una buona qualità. Il primo cambio di ieri effettuato da Drago al minuto 78 ( Cascione per Kone) dimostra quanto appena sostenuto. Come se non bastasse, tanto per gettare ancor più benzina sul fuoco, pare che a Gennaio debbano entrare altri 3 milioni per risanare altre spese e avere il bilancio in verde.
Se siano solo voci oppure una desolante certezza, sarà solo il tempo a dirlo, certo è che se fosse vero, vorrebbe dire non solo non rinforzare una squadra bisognosa di innesti, ma soprattutto togliere i pochi giocatori di livello superiore rimasti.

A cura di Giacomo Biondi – Foto Arnaldo&Valerio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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