Iniziamo ricordando alcune affermazioni perentorie di questi ultimi “tempi”: Il Jobs Act è una follia – è contro i diritti dei lavoratori – Va abolito, abrogato e cancellato!

Parole inequivocabili, ma solo parole!

Il Segretario Generale della Cgil, Maurizio Landini, accanito oppositore dei licenziamenti e della precarietà, paladino dei lavoratori che vengono privati del loro posto, sempre e solo per “grave colpa” dei datori di lavoro, ideatore e promotore di un referendum finalizzato abrogare la riforma del lavoro a firma del Senatore Renzi ha commesso un “imperdonabile errore”.  

Colto in fallo si è rifiutato di rispondere alla domanda della troupe tv di Quarta Repubblica con due parole – “no comment” – e si dilegua.

Motivo della sua reticenza è il licenziamento del portavoce storico della Cgil, Massimo Gibelli.

La fatidica domanda: “Segretario, è stato licenziato con una formula che si ritrova proprio nel Jobs Act, quello che la Cgil vuole eliminare. E lo utilizzate per licenziare i vostri dipendenti?”

In fondo non sarebbe semplice per nessuno giustificare un fatto del genere, che tra l’altro mette in discussione molti valori!

Per la cronaca:

“Massimo Gibelli, 64 anni, torinese di nascita, è stato dipendente della Cgil per 40 anni. Ha cominciato nel 1983 quando era Segretario Luciano Lama e lui, come ama definirsi un ragazzo di bottega all’ufficio stampa. Proprio da lì ha avuto inizio la sua carriera che lo ha portato a diventare Capo Ufficio Stampa e portavoce dei Segretari generali che si sono avvicendati, come Sergio Cofferati e Susanna Camusso. Due anni fa il posto di portavoce del Segretario generale è stato cancellato, causa una riorganizzazione interna del sindacato. Così il 4 luglio 2023 Gibelli non solo è stato licenziato ma non gli è stato offerto nessun incarico nell’organizzazione sindacale. Praticamente una sorta di demansionamento e diritti negati.

Con Landini tutto è cambiato (in peggio) e a Gibelli il licenziamento è stato comunicato dal Segretario organizzativo Luigi Giove: “Oggi, 4 luglio 2023, è da considerarsi il suo ultimo giorno di lavoro. Licenziamento per giustificato motivo oggettivo.”

Massimo Gibelli ha ovviamente “impugnato il licenziamento”, in quanto la Cgil dovrà dimostrare di non avergli potuto offrire un altro ruolo nonostante i 5 milioni di iscritti, 12 categorie nazionali, 21 strutture regionali, 102 Camere del lavoro, patronati, Caaf, società di comunicazione, incarichi in enti pubblici, sedi in 3 continenti.

Non dimentichiamo inoltre che il Segretario Landini sta programmando uno sciopero generale preventivo alla Legge sul Bilancio, con le solite bandierine rosse e i canti nostalgici degli anni 60/70 quale ulteriore dimostrazione della sua forza e sostanziale cambiamento della posizione del Sindacato nei confronti dei lavoratori.

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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