Come era più che prevedibile la sinistra riesce anche a svilire la tragica fine di Giulia, con una strumentalizzazione politica senza pari e tutto per riesumare vecchi slogan che a nulla sono serviti.

Oggi infatti, anziché rispettare un minuto di silenzio e di raccoglimento i “sinistroidi e i radical chic”, hanno organizzato la “giornata di rabbia nelle scuole e nelle università“. Una vergogna senza pari a sfondo pseudo ideologico.

Il social “Cambiare rotta”, spiccando tra i promotori di tale sceneggiata, e i Centri sociali hanno “usato” (nel senso più spregevole della parola) a scopo puramente politico, l’assassinio di Giulia, per affermare: “Questa società marcia, fatta di individualismo, competizione e sopraffazione, si rafforza nella volontà di possesso e nel dominio patriarcale. Vogliamo farci sentire anche contro le strumentalizzazioni da parte del governo Meloni e della classe politica di questo Paese.

Non hanno neppure risparmiato pesanti commenti sul Ministro Bernini per l’assegnazione della “laurea” (non ad honorem) ma meritata e conseguita per i risultati ottenuti e per averla depositata prima della discussione finale (un pro-forma), sul Ministro Valditara e il Vice Premier Tajani, nell’assurda convinzione di essere loro i veri giudici del femminicidio di Giulia.

Nella protesta manifestata nelle Scuole e nelle Università non è mancata una vera e propria “invettiva” contro il Governo, composta da frasi indegne: “Ministri di un governo, e di un intero Sistema, che pensa di pulirsi le mani sporche di sangue con azioni simboliche. Ministri di un Governo, e di un sistema formativo che è orientato solo al profitto e non all’accrescimento culturale e al benessere della società e, per questo, strumento utile della riproduzione della violenza sistemica. Non ci rappresentano i ministri Valditara e Bernini, che pensano bene di strumentalizzare l’uccisione di Giulia, dopo che il loro governo, con il taglio al reddito di cittadinanza, la chiusura di tantissimi centri anti violenza, l’attacco al diritto all’aborto e tutte le politiche antipopolari, toglie ad ognuna di noi la possibilità di autodeterminazione e di uscita da situazioni di violenza.”

Parole volgari e tendenziose che non meritano nessuna considerazione, anzi andrebbero perseguite legalmente in quanto usate per dare peso alle loro “tesi distorte” e farle passare nel “mondo dello studio” quali verità assolute!

Inoltre il tutto ben condito dal pensiero oltranzista. Un minestrone di fandonie in cui i ragazzi e le ragazze “annegano” in una confusione ideologica senza senso al punto di dire cose sconclusionate: “Non ci rappresentano le donne patriarche come Meloni, Von Der Leyen, Schlein e la stessa ministra Bernini, donne al potere che nulla hanno di diverso rispetto ai loro predecessori maschi, compresa la volontà guerrafondaia contro (anche) tantissime donne nei paesi nemici dell’Occidente.”

Slogan che sentiremo ancora e a breve, visto che è in programma una manifestazione per il 25 novembre prossimo venturo a Roma.

Il Governo Meloni nel contempo sta definendo il DDL a tutela dele donne in pericolo!

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Imagoeconomica

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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