Paolo Bodoni Sindaco Di Brandizzo Con Il Presidente Sergio Mattarella, Stefano Lo Russo, Sindaco Della Città Metropolitana Di Torino Ed Alberto Cirio Presidente Della Regione Piemonte

La tragedia nel torinese, costata la vita a cinque operai travolti da un treno mentre facevano operazioni di manutenzione dei binari, si aggiunge alle tante e ormai troppe morti che affliggono il mondo del lavoro. Oggi piangiamo cinque vittime del lavoro in provincia di Torino mentre ieri abbiamo pianto tante altre vittime, nel resto dell’Italia, senza mai riuscire a far tesoro né degli errori e neppure delle carenze.

Nel 2022 l’Italia ha registrato più di mille decessi sul lavoro e da inizio 2023 le vittime sono già salite a quota 450. In questo Paese si muore di lavoro quasi ogni giorno. Un’assurdità che sembra essere sottovalutata anche dalle dichiarazioni ufficiali che via via si susseguono. Tutte le volte che ci sono vittime del lavoro, ascoltiamo sempre i soliti ritornelli: “La Magistratura accerterà ogni responsabilità”, “c’è stato un errore umano”, “puniremo i responsabili”, “lavoreremo affinché tragedie simili non accadano mai più”.

Parole. Soltanto parole con il risultato che poi al calar del silenzio non si riesce neppure ad ottenere giustizia. I responsabili infatti, quando condannati, scontano al massimo pene irrisorie. È sufficiente andare a rileggere la condanna ai dirigenti della multinazionale dell’acciaio Thyssen Krupp, responsabili nel 2007 di un’altra grande tragedia, in cui sette operai furono uccisi da un’esplosione nello stabilimento di Torino. Non è tollerabile che l’Italia nel 2023, in presenza di una tecnologia avanzata e con sistemi informatici all’avanguardia, si trovi ancora a piangere tragedie come quelle di Brandizzo finendo per accettare ogni volta un sistema produttivo economico il cui meccanismo è alimentato da una mera competizione al ribasso che produce, e continua a produrre, pessimi risultati.

Come non ricordare la tragedia del viadotto Polcevera di Genova (noto anche come ponte Morandi), vero e proprio esempio di questo sistema paese che non riesce a superare la banale retorica delle parole con azioni concrete ed efficaci. La tragedia di Brandizzo, come tutte quelle che l’hanno preceduta, ci ripropone, drammaticamente, tre questioni ancora irrisolte: la precarietà, le garanzie di sicurezza e i rapporti tra appalto e subappalto tra imprese.

La strategia dello struzzo, da parte della politica, di continuare a fuggire da questi problemi, contando sul silenzio e la memoria corta dell’opinione pubblica, non può più essere tollerata perché in gioco c’è la vita e la dignità dei lavoratori. In gioco c’è anche lo sviluppo di un Paese che stenta a cogliere gli aspetti positivi e le opportunità di cambiamento che giungono dal progresso tecnologico. Abbiamo un paese che siede tra le grandi nazioni d’Europa incapace di mostrare concretamente la propria abilità nel saper governare con competenza.

Un’Italia che non riesce a mostrare lungimiranza nello sviluppo del proprio futuro sia in casa propria che all’intero del contesto europeo. Gli investimenti in sicurezza e nuove tecnologie non possono rappresentare un costo ma devono qualificare in virtù tutte le aziende. Lo Stato deve premiare con meccanismi incentivanti le realtà produttive virtuose che investono nella sicurezza e nelle nuove tecnologie. Servono maggiori controlli nei cantieri, è necessario rivedere la normativa dei contratti ponendo particolare attenzione alla questione degli appalti e subappalti.

Ci sono tante lacune e tante mancanze normative all’interno delle quali si annida lo sfruttamento dei lavoratori e dove il prezzo al ribasso genera logiche perverse tali da produrre i nefasti effetti visibili a tutti e da molti tollerati. Serve, a mio avviso, anche e soprattutto un investimento sul piano culturale a cominciare dalla formazione degli insegnanti e degli studenti. L’Italia può superare questa crisi solo se cambia il modello culturale che fino ad oggi ne limita fortemente la possibilità di cambiamento. Serve una scommessa forte ed un coinvolgimento importante sulle nuove generazioni. È necessario far capire ai giovani studenti di oggi i tanti vantaggi di un sistema Paese fondato sulla certezza del lavoro, sulla dignità del lavoratore, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, sulle tutele per tutti rispetto ad un sistema, come quello che ci troviamo a combattere oggi, dove non mancano gli esempi di precarietà, caporalato, sfruttamento, mancanza di tutele, assenza di dignità, dolore, rabbia e sfiducia nel futuro. Siamo nella condizione di invertire la rotta, il PNRR offre all’Italia una grande opportunità perché c’è una consapevolezza ormai diffusa, da parte anche delle nuove generazioni di lavoratori, che perseverare su questa vecchia strada ci farà perdere il treno del cambiamento che l’Europa sta offrendo a tutti i paesi della comunità.

Un cambiamento necessario e doveroso per il bene dell’Italia e nell’interesse degli italiani. Un cambiamento che darebbe giustizia anche e non solo alle vittime di Brandizzo.

È doveroso che la politica esprima il cordoglio e la vicinanza alle famiglie di queste vittime, è però inaccettabile che nel trascorrere dei prossimi giorni si continui a procedere come struzzi mentre tutto continua come prima, fino alla prossima tragedia.

Il Direttore responsabile – Foto Imagoeconomica

Il Direttore Simone Tripodi

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