L’ISS ha pubblicato il bollettino della sorveglianza, da cui emerge un leggero calo dell’incidenza dell’influenza. Si teme, però, un colpo di coda, a causa dell’ondata di gelo attesa per i prossimi giorni. Gli esperti sono preoccupati, soprattutto per quanto riguarda le fasce più anziane della popolazione. I ritmi a cui siamo abituati ci costringono a non dare il tempo al nostro corpo di tornare in forma dopo aver contratto i sintomi influenzali. Una tendenza rischiosa, come Papa Francesco.Vedete, ancora questo raffreddore che non se ne va!”, ha affermato il Pontefice, in occasione della Delegazione della Federazione Internazionale delle Università Cattoliche (Fiuc). Il Santo Padre aveva contratto una bronchite acuta nel mese di dicembre.

Secondo Francesco Landi, direttore del Dipartimento Scienze dell’Invecchiamento della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS,le temperature in discesa possono influenzare la risposta immunitaria innescata dall’ingresso nel naso di batteri e virus. Le vie aeree si proteggono grazie al rilascio nel muco di miliardi di minuscole sacche piene di fluido, chiamate vescicole extracellulari che circondano e attaccano gli intrusi prima che si addentrino nell’organismo. Tuttavia, è sufficiente una riduzione di cinque gradi della temperatura interna delle mucose nasali per mettere fuori gioco e dimezzare la prima linea delle difese immunitarie che vengono messe in atto nel naso”. Il freddo, quindi, mette in pericolo la nostra salute, rappresentando un nemico soprattutto per i soggetti ritenuti più fragili.

A cura di Silvia Camerini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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