Roberto Speranza e Maurizio Gasparri
Sembra quasi un gioco di parole, ma emerge dall’incontro avvenuto tra l’ex Ministro della Salute Roberto Speranza, leader di Articolo Uno  (prossmo candidato nel PD di Matteo Bonaccini ed Elly Schneil) e  Maurizio Gasparri, Vice Presidente del Senato.
 
Inevitabile, dopo i saluti di rito, nel programma televisivo La7, visto che si parla del 25 Aprile, toccare il problema della parola “ANTIFASCISTA“.
Il primo step è di SPERANZA che rivolgendosi a GASPARRI afferma:
“Giorgia Meloni ci ha provato questa mattina, ma non ci riesce. Non ci riesce a dire con chiarezza quello che serve. Perché non dice semplicemente quello che ha detto oggi Mattarella? Mattarella oggi ha detto poche parole ma di una chiarezza fortissima, che la nostra Repubblica e Costituzione traggono fondamento dalla lotta antifascista. Questa parola, ‘antifascista‘, non riuscite a dirla, è un’ambiguità, è un problema, è una cosa da superare per il Paese. Io penso che il fascismo sia un fenomeno storico che è passato, voi non siete fascisti, siamo in un altro tempo, anche se La Russa che ha la statua di Mussolini a casa, sinceramente, fa abbastanza rabbrividire. Non riuscite però a dire che non siete antifascisti, non riuscite a riconoscere che la Repubblica è fondata sulla lotta antifascista, e credo che questo sia il punto”.
GASPARRI, gli lascia concludere il suo soliloquio, nel rispetto della parti e replica:
“Grazie alla vittoria dell’antifascismo in Italia c’è stata la democrazia, hanno votato gli italiani alla Costituente e al Parlamento, l’ho detto e lo ridico senza alcuna difficoltà. Abbiamo votato tutti quanti la mozione che hanno presentato le sinistre l’altro giorno con parole tratte da un intervento della senatrice a vita Segre. Dopodiché le sinistre si sono spaccate e non hanno votato la mozione del centrodestra che condannava il fascismo, il nazismo e il totalitarismo comunista. Io non ho difficoltà a definirmi antifascista, lei si definisca anticomunista se ne ha la forza.”
 

Preso alla sprovvista SPERANZA, con una certa difficoltà, risponde: “Allora, guardi, intanto io sono contro il comunismo che c’è stato in Russia.

GASPARRI vuole una rivicinta e insiste: “Perché non lo dice? Lo dica, dica che è anticomunista ……. le viene? Dica semplicemente anticomunista“.

SPERANZA cerca le parole e poi afferma: “La storia del Pci italiano è stata una storia importante di questo Paese, in Emilia Romagna, in Toscana. Enrico Berlinguer è stato una delle migliori personalità di questo Paese.”

GASPARRI non perde l’occasone e conclude: “Lei non è anticomunista, bene.”

A cura Pier Luigi Cignoli – Foto Imagoeconomica

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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